La polizia antisommossa usa cannoni ad acqua, gas lacrimogeni e proiettili di gomma contro i manifestanti, che a loro volta erige barricate a cui poi danno fuoco
di Aniello Fasano
A un mese dalla contestata vittoria elettorale dei filorussi, migliaia di persone a Tiblisi scendono da più di una settimana in piazza contro la decisione del premier Khobadidze di sospendere i negoziati di adesione all’Unione Europea fino a tutto il 2028. Più di 300 manifestanti sono stati arrestati negli scontri con le forze di polizia. Moltissime le immagini diffuse via social che documentano scene di violenza, feriti e l’uso di gas lacrimogeni da parte degli agenti.
Il partito Sogno georgiano che ha vinto le discusse elezioni politiche, secondo molti grazie a brogli elettorali e irregolarità, starebbe mettendo in pratica la politica di allontanamento del Paese dall’Occidente a favore di un maggiore avvicinamento agli interessi strategici di Mosca. “Faremo tutto quello che serve per sradicare il liberalfascismo”, ha affermato durante una conferenza stampa Kobakhidze, che ha accusato l’opposizione, senza fornire prove, di voler “fare la rivoluzione con finanziamenti esteri”. Il Movimento nazionale unito, la principale formazione d’opposizione, guidata dall’ex presidente incarcerato Mikheil Saakashvili, ha denunciato “una campagna di terrore e repressione” nel Paese. Il commissario per i diritti umani della Georgia Levan Ioseliani ha accusato la polizia di “atti di tortura” contro i manifestanti pro-Ue che si riuniscono ogni sera in piazza. I luoghi, la natura e la gravità delle ferite suggeriscono che “la polizia sta usando la violenza contro i cittadini come misura punitiva“, ha dichiarato il difensore pubblico, Levan Ioseliani. “La violenza grave e deliberata inflitta in modo punitivo costituisce un atto di tortura“, ha aggiunto. I georgiani scendono in piazza in tutta la Georgia: da Tiblisi a Batumi, Gori, Kutaisi, Telavi Zugdidi. Nella capitale georgiana i manifestanti si riuniscono nelle vicinanze del Parlamento con striscioni e bandiere sparando fuochi d’artificio contro il palazzo governativo.
Le autorità gieorgiane hanno accusato i politici dell’opposizione di orchestrare gli scontri, sostenendo che la violenza è stata alimentata da gruppi di manifestanti estremisti.
Molte le preoccupazioni internazionali per quanto sta accadendo: Volker Türk, alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha espresso preoccupazione per l’uso della violenza, mentre l’ambasciatore degli Stati Uniti in Georgia, Robin Dunnigan, ha confermato che l’ambasciata ha assistito a episodi di “violenza da parte della polizia“, esortando il governo a riconsiderare la sospensione dei negoziati con l’UE.
Dopo le elezioni vinte dai filorussi la politica estera dell’UE ha subito un netto cambiamento. Kaja Kallas, responsabile per la politica estera dell’Unione europea, ha parlato di un “cambiamento rispetto alle politiche adottate dai governi precedenti della Georgia”. L’UE ha anche esortato Tbilisi a garantire il rispetto dei diritti di libertà di riunione e di espressione.
La decisione di bloccare l’ingresso alla UE della Georgia ha sollevato anche preoccupazioni tra la popolazione locale, con sondaggi che indicano che la maggioranza dei georgiani è favorevole all’adesione al blocco europeo. Tra di loro si è pronunciato anche il bomber del Napoli Kvaratskhelia che in un post ha chiaramente affermato che “il futuro della Georgia è in Europa”. Le parole dell’asso della squadra partenopea hanno avuto una grandissima eco in tutta la Georgia, un Paese in cui l’esterno d’attacco del Napoli ha una fama spropositata.
Sul fronte diplomatico, gli Stati Uniti hanno condannato fermamente la decisione del governo georgiano, annunciando la sospensione del partenariato strategico con la Georgia. La tensione politica è aumentata anche con la controversa sentenza della Corte costituzionale georgiana, che ha rigettato il ricorso contro i risultati delle elezioni, alimentando ulteriormente le accuse di illegittimità e manipolazione dei risultati elettorali. La presidente Salome Zuraishvili, pur essendo affiliata al partito al potere, ha più volte criticato la gestione del governo, in particolare per quanto riguarda i rapporti con la Russia e la democrazia del Paese.
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