(di Massimiliano D’Elia) Ieri una giornata intera dedicata al Mes, decreti sicurezza e Recovery Plan. Le tre spine che rendono le notti insonni al premier Conte e forse anche al Presidente Mattarella. Il voto al Senato sulla riforma del Mes, con i suoi 156 voti a favore, 129 contrari e 4 astenuti dimostra che il governo, in questa consultazione, non ha avuto il sostegno pieno della maggioranza dei senatori che è di 162 voti. Un dato numerico che non ha fermato l’iniziativa sul Mes perchè occorreva una maggioranza relativa ma dovrebbe porre non poche domande a chi sta continuando a “galleggiare” su un mare che da un momento all’altro può incresparsi irrimediabilmente rendendo la navigazione impervia e di difficile condotta. Un assaggio della tempesta perfetta lo ha dato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi in Aula: “Noi non scambieremo il nostro sì alla proposta di governance con uno strapuntino”. Italia Viva ha votato Si al Mes ma sul Recovery plan è di verso contrario alle forze di maggioranza: “La task force non può sostituire il Parlamento: dov’è il sindacato? Ma non è solo un problema di metodo, anche di merito. Come si fa a dare solo 9 miliardi alla Sanità? Se c’è una norma che mette la governance con i servizi votiamo no. Presidente, se ha bisogno di qualche poltrona ce ne sono tre, due da ministro e una da sottosegretario”.
Un discorso quello di Renzi che ha strappato gli applausi delle opposizioni, lo stesso Salvini gli si è avvicinato per un saluto. Isabella Rauti di Fratelli d’Italia appare la più entusiasta: “Renzi parla come l’opposizione”.
Giuseppe Conte appare rassegnato ad un destino non proprio roseo per il suo secondo governo, tra pandemia e scricchiolii interni, e lancia l’ultimo assist: “II governo ha bisogno anche della massima coesione delle forze di maggioranza per continuare a battersi in Ue”. Il premier vuole così spostare l’attenzione sulla necessità di battersi in Ue, come se i nemici fossero lì e non all’interno del nostro Paese, attanagliato da mali atavici tipo il malaffare, la burocrazia e da una giustizia da riformare in toto.
Matteo Salvini non si esprime sulla vera notizia, sul fatto che il governo non gode più della maggioranza in Senato e ripete il solito monologo demagogico: “E’ il Robin Hood al contrario, toglie soldi a chi ha bisogno per salvare le banche tedesche”.
Salvini come fa da mesi, senza risultati, conferma la volontà di collaborazione: “La Lega e tutto il centrodestra sono pronti a discutere”.
In fin dei conti forse sta bene proprio a tutti che Conte continui la sua avventura politica fino al 2023, un modo per annientarlo definitivamente con una lunga guerra di logoramento e mandarlo a picco insieme ai suoi sostenitori pentastellati che con il Si al Mes si sono praticamente scavati da soli la fossa politica.