(di Francesco Matera) Il ministro Teresa Bellanova (Italia Viva) vuole regolarizzare 600 mila migranti, perché pressata dalle imprese agricole che, per via della carenza dei migranti stagionali, non riescono a raccogliere frutta e verdura dai campi.
Italia Viva sulla vicenda è coesa sapendo che può dettare le regole, forte di 17 senatori che compongono, per certi versi, l’ossatura della fragile maggioranza di governo. Di fronte alla ritrosia dei 5 Stelle, la ministra, sostenuta da tutti i suoi parlamentari, ha minacciato le dimissioni. Terremoto. Il premier, Giuseppe Conte, è subito corso ai ripari dichiarando:”non esiste nessuna ostilità nei confronti di un partito di maggioranza”.
Conte sa perfettamente che il terreno sotto i suoi piedi inizia a diventare friabile. La Fase 2 non riesce a decollare con alcune vicende difficili da far digerire agli italiani: lo scontro Bonafede-Di Matteo, la ripresa del campionato di calcio e i mafiosi usciti di galera. Il castello a questo punto potrebbe davvero crollare. Il decreto aprile ancora non ha basi solide e potrebbe trasformarsi in decreto di fine maggio\inizi giugno.
Italia Viva si lamenta e sostiene che a palazzo Chigi il metodo non è cambiato ed è quello che ha sfornato due geniali riforme economiche: Quota 100 e reddito di cittadinanza.
Per quanto riguarda il decreto liquidità per le imprese è stato inondato, scrive il Messaggero, di più di mille emendamenti della maggioranza, di cui 476 del Pd, 304 M5S, 154 Iv e 91 di Leu.
In tarda serata pare che la minicrisi innescata dalla ministra Bellanova sia rientrata perchè il testo riferito ai migranti, dovrebbe finire nel decreto-maggio. Una soluzione detonante, con le opposizioni che avranno di cui parlare e continuare ad attaccare il governo e con i 5 Stelle che continuano ad implodere. Il presidente del Consiglio Conte, invece, secondo l’intervista rilasciata al Fatto, è convinto di durare fino a fine legislatura.
Mentre il Quirinale continua ad invocare coesione nazionale, al tavolo con gli industriali Conte non è andato e ha lasciato ai ministri Gualtieri e Patuanelli il compito di illustrare ciò che il governo intende inserire nel decreto-aprile/maggio/giugno.
“Il governo è debole, ma va aiutato, non picconato”, continuano a sostenere al Nazareno dove però non si nasconde la fatica che i ministri Franceschini e Gualtieri fanno per convincere gli alleati, mentre Conte raccoglie sulla scrivania le posizioni di ogni partito e poi chiude riservandosi di portare una soluzione.
Italia Viva, rappresentata da, Boschi, Rosato e Faraone si presenteranno a palazzo Chigi dove cercheranno di far inserire nell’ordine del giorno la vicenda Bonafede, il piano shock e la ripartenza economica.
Italia Viva si proietta in avanti e potrebbe spingere per andare subito al voto, senza il taglio dei parlamentari, cercando di raddoppiare i seggi previsti nelle due Aule del Parlamento.
Nel frattempo la situazione diventa sempre più pesante in Italia. Un imprenditore si è suicidato in Campania e ancora si discute del decreto da 55 miliardi.