Il medico potrà rifiutarsi di ‘staccare la macchina’ che tiene in vita un paziente, nel momento in cui questo abbia deciso di rinunciare alle terapie sanitarie. Passa con 281 voti, 120 contrari e dieci astensioni uno degli emendamenti-cardine (presentato dalla commissione Affari Sociali) della legge sul consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.
Il paziente potrà avvalersi del diritto di abbandonare le cure. E’ la facoltà che è stata riconosciuta con l’approvazione, da parte dell’aula della Camera, di un emendamento al ddl sulle Disposizioni anticipate di trattamento e sulle norme in materia di consenso informato, che ha soppresso il sesto comma dell’articolo 1 della legge. Il comma abrogato prescriveva che il “rifiuto del trattamento sanitario indicato dal medico o la rinuncia al medesimo, non possono comportare l’abbandono terapeutico. Sono quindi sempre assicurati il coinvolgimento del medico di famiglia e l’erogazione delle cure palliative.
Finalmente un primo passo verso l’assoluzione morale di quei medici che hanno rifiutato di staccare la spina ai malati che rifiutavano le cure. In un Paese come il nostro era doveroso affrontare la problematica al fine di chiarire vicende che nel recente passato hanno creato imbarazzo sociale. Situazione paritetica alla questione degli aborti e dei medici che si rifiutano di praticare, un omicidio legalizzato.
di Massimiliano D’Elia
fonte adnkronos