Il nuovo Ordine Mondiale di Trump

di Aniello Fasano

In un’era di trattative tra grandi potenze è evidente che l’Ucraina rappresenta agli occhi di Trump solamente un problema. Un problema dal quale addirittura ricavare qualcosa attraverso lo sfruttamento delle risorse minerarie quale saldo per gli aiuti militari forniti in passato. Dopo cinque settimane dal suo insediamento il presidente americano sembra aver chiarito le sue intenzioni orientando gli Stati Uniti verso rapporti stretti solo con le superpotenze nucleari, vale a dire Cina e Russia.

Le urla di venerdì pomeriggio nello Studio Ovale della Casa Bianca hanno chiarito a tutti quanto poco fosse importante l’Ucraina per Trump. Tre anni di partnership tra Washington e Kiev in frantumi. Da quanto riportato sul New York Time, Trump considera l’Ucraina un ostacolo a quello che vede come un progetto molto più ambizioso: la normalizzazione delle relazioni con la Russia e quindi con Putin. E non importa se bisogna riscrivere la storia dell’invasione dell’Ucraina, abbandonare le indagini sui crimini di guerra o rifiutare di offrire garanzie di sicurezza al popolo ucraino, bisogna arrivare all’obiettivo a tutti i costi. Tradotto significa “gettare l’Ucraina a favore della Russia”. In un’intervista Rubio, il Segretario di stato americano, una volta deciso sostenitore della sovranità territoriale dell’Ucraina, ha dichiarato che è tempo di andare oltre la guerra e stabilire una relazione a tre USA-Russia-Cina: “bisogna superare gli ostacoli con i russi e avere una relazione con entrambi le superpotenze. Questi sono paesi grandi e potenti con arsenali nucleari. Possono proiettare il potere a livello globale. Penso che abbiamo perso il concetto di maturità e sanità mentale nelle relazioni diplomatiche”.

Già nella campagna elettorale del primo mandato Trump dichiarava che il sistema democratico post-seconda guerra mondiale ha corroso il potere americano. Il capitalismo democratico, guidato dall’osservanza del diritto internazionale e dal rispetto dei confini internazionali, tiene in vita alleanze che comportano un costo troppo alto per i contribuenti americani. Ciò spiega la richiesta di Trump alla Danimarca di cedere il controllo della Groenlandia agli Stati Uniti il monito lanciato a Panama per la restituzione del canale costruito dagli americani e la riqualificazione della “Riviera di Gaza”.

Ma l’Ucraina è un caso molto complicato. Zelensky è sempre stato festeggiato a Washington come un guerriero per la democrazia per aver resistito alla sfacciata aggressione di un nemico omicida. Alcune settimane prima delle urla alla Casa Bianca Trump aveva dichiarato che “l’Ucraina, un’ex repubblica sovietica che aveva abbracciato la sua indipendenza, costruito stretti legami con l’Europa occidentale e cercato di entrare nella NATO, un giorno potrebbe essere russa”.

Sia Macron che il britannico Starmer hanno cercato di placare il presidente americano con piani elaborati spiegando che l’Europa stava aumentando la propria spesa militare. Ma non è bastato e Zelensky è stato respinto in diretta mondiale senza pranzo e senza accordo sulle terre rare. Gli oceani tra America e Russia non salveranno per sempre gli Stati Uniti ha detto Zelensky andando via, ma nell’immediato poco importa a Trump e ai suoi progetti. L’Occidente da subito si è schierato con il leader ucraino ringraziando il suo popolo per essere la difesa avanzata della libertà. Per tanti diversi diplomatici sembra proprio che il vaso sia ormai rotto definitivamente.

E mentre Rubio si congratulava con il presidente americano per aver messo al suo posto Zelensky, un moderno Churchill in maglietta secondo alcuni, i russi brindavano ringraziando un insperato destino benevolo.

Nel caos generale salta in aria l’Ordine Mondiale basato sul rispetto delle regole internazionali e del bon ton. Dopo decenni in cui le regole di assistenza reciproca e di intervento armato per il ripristino del diritto internazionale hanno evitato le guerre tra superpotenze all’improvviso tutto sembra saltare: il paese che subisce un’invasione non è più riconosciuto vittima di sopruso. In sostanza Trump sembra usare il potere militare ed economico degli Stati Uniti per concludere accordi economici. Mantenere la pace è semplice come intrecciare accordi sui minerali e patti commerciali, magari con qualche transazione immobiliare buttata lì. Il presidente sembra convinto che finché sarà lui al potere il mondo si riorganizzerà come lui decide, chissà, basterà qualche urlo in più.

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