(di Massimiliano D’Elia) Il Washington Post ha rivelato le mosse americane “sottobanco” per cercare di dare una svolta al conflitto ucraino. Al vaglio del Congresso l’utilizzo del “Programma 1202” che prevede l’impiego delle forze speciali Usa direttamente sul terreno per assistere gli ucraini nei raid e nella controinformazione, ovvero guidare i militari di Kiev da remoto seguendo uno schema già adottato nel contrasto dei jihadisti.
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La guerra su procura – proxy war – sta durando troppo a lungo e non ha prodotto risultati tangibili in un senso o nell’altro. Di fronte alla resilienza dimostrata dall’apparto militare di Putin occore pensare a nuove strategie per cercare di smuovere il pantano bellico che comunque sta comportando distruzione e numerose vittime tra i militarri e i civili, specialmente nella regione del Donbass. A quanto pare Putin riesce ad avere una potenza di fuoco inesauribile, sferrando quasi ogni giorno attacchi missilistici su diverse regioni dell’Ucraina, via terra, aria e dal mare. L’intelligence occidentale ha poi confermato che le sanzioni imposte dalla CI a Mosca non hanno più di tanto impattato sulle capacità militari russe: riescono ad avere via Iran gli armamenti risalenti al periodo ex Unione Sovietica dalla Corea del Nord e le materie prime direttamente dal continente africano dove decine di Stati non hanno mai condannato l’invasione russa ai danni dell’Ucraina.
Il programma 1202, come è stato concepito, non prevede però il coinvolgimento di militari americani in conflitti tradizionali perchè è stato pensato per contrastare il terrorismo internazionale e dovrebbe essere, pertanto, rimodulato per applicarlo all’emergenza in corso nel mezzo dell’Europa. Il dibattito è acceso tra democratici e repubblicani anche di fronte alle pressioni dei generali del Pentagono.
L’appello ad intervenire sul campo di battaglia proverrebbe direttamente dal leader ucraino Zelensky che ha assicurato gli americani di completa collaborazione sulla scelta degli obiettivi (laddove fornissero razzi con gittatata di 300 Km), così come avvenuto durante l’utilizzo degli Himars dove i militari Usa hanno fornito, grazie ai satelliti, target precisi da colpire. Biden, per ora, non ha fatto alcuna apertura all’invio di razzi con gittata pari o superiore ai 300Km, in grado di colpire direttamente il territorio russo per evitare di dare un pretesto in più a Putin per attaure la sua politica di difesa strategica che prevede l’utilizzo di armi nucleari.