Il primo G7 della Difesa, ospitato dall’Italia

di Emanuela Ricci

Durante il recente vertice dei ministri della Difesa del G7 a Napoli, ospitato nella storica cornice del Palazzo Reale, i leader mondiali hanno affrontato alcuni dei temi più delicati del panorama geopolitico attuale. I principali dossier discussi hanno riguardato l’escalation del conflitto in Medio Oriente, la situazione in Ucraina, le tensioni nel Mar Cinese e la crescente cooperazione militare tra Russia e Cina. Il vertice, che ha visto un imponente apparato di sicurezza intorno a Piazza del Plebiscito, ha ribadito l’importanza della collaborazione internazionale per affrontare queste sfide e prevenire ulteriori destabilizzazioni. Nel vertice di Napoli si è parlato anche di industria bellica, e i sette hanno sottoscritto, come si legge nella dichiarazione finale, un’intesa per «una maggiore cooperazione, coordinamento e sinergia finalizzati a una capacità industriale di difesa forte, reattiva, sicura, competitiva e resiliente.

Mentre all’interno del Palazzo Reale i ministri del G7 parlavano di come arrivare alla pace nelle crisi in corso, fuori i manifestanti pro-palestinesi si scontravano con la polizia inneggiando lo slogan “no alla guerra”. Il corteo ha provato a forzare la zona rossa e contro la sede di Fdi è stata lanciata vernice mentre i poliziotti hanno risposto con i lacrimogeni.

Escalation in Medio Oriente: la missione UNIFIL e il cessate il fuoco

Uno dei temi centrali del vertice è stato l’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, con il conflitto tra Israele e Hamas a Gaza e le tensioni al confine tra Israele e Libano, dove Hezbollah rappresenta una minaccia crescente. Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha espresso preoccupazione per la “pericolosa e tragica escalation” che sta coinvolgendo la regione, facendo riferimento anche a un recente attacco aereo su Cesarea con obiettivo la residenza di Netanyahu, che ha contribuito a peggiorare la situazione. Crosetto ha denunciato il superamento di diverse “linee rosse”, facendo appello a un cessate il fuoco immediato sia a Gaza che nel sud del Libano, e ha chiesto il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas.

Un focus particolare è stato posto sulla missione di pace UNIFIL (Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano), la cui sicurezza è a rischio a causa delle tensioni lungo la “linea blu” tra Israele e Libano. Le attuali regole d’ingaggio della missione limitano le capacità operative delle forze presenti sul terreno, e i ministri del G7 hanno concordato sulla necessità di rafforzare i poteri di UNIFIL per prevenire attacchi contro Israele e garantire la sicurezza dei militari della missione. Crosetto ha sottolineato che, sebbene l’Italia non stia riconsiderando il proprio impegno nella missione, è fondamentale che UNIFIL possa svolgere un ruolo più efficace. La decisione di ampliare i poteri della missione spetta al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ma il G7 ha sostenuto la necessità di “implementare” la risoluzione ONU 1701, che regola le operazioni di UNIFIL in Libano.

In aggiunta, Crosetto ha chiesto a Israele di cessare le operazioni militari nel sud del Libano in cambio di garanzie internazionali che permettano sia agli israeliani che ai libanesi di tornare nelle loro case senza correre pericoli. Tuttavia, nonostante l’accordo tra i ministri del G7 sulla questione, non è stato espresso un chiaro sostegno da parte degli Stati Uniti, con il segretario alla Difesa Lloyd Austin che ha solamente auspicato una riduzione degli attacchi israeliani a Beirut.

La missione italiana di addestramento della polizia palestinese

Un altro tema importante discusso durante il vertice riguarda il progetto italiano di inviare circa 200 carabinieri in Palestina per addestrare le forze di polizia locali. Questo contingente sarebbe incaricato di formare le forze di sicurezza palestinesi al fine di garantire una maggiore capacità di mantenere l’ordine e la stabilità nelle aree sotto il controllo dell’Autorità Palestinese. Tuttavia, Crosetto ha chiarito che la priorità resta garantire la sicurezza nella regione, e che l’attuazione del progetto dipenderà dall’evoluzione della situazione sul campo. Il Ministro della Difesa se ne occuperà la prossima settimana durante il suo viaggio in Turchia, Paese in grado di fare da ponte diplomatico per l’avvio dell’operazione.

Il sostegno all’Ucraina e l’adesione alla NATO

Il conflitto in Ucraina ha continuato a essere un tema centrale del vertice, con i ministri del G7 che hanno riaffermato il loro “incrollabile sostegno” a Kiev nella sua resistenza contro l’invasione russa, che ormai dura da quasi tre anni. Nella dichiarazione finale, il G7 ha definito “irreversibile” il processo di adesione dell’Ucraina alla NATO, sottolineando l’impegno a lungo termine dell’Alleanza per garantire la sicurezza del Paese. Il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, ha partecipato alla sessione e ha ringraziato i Paesi del G7 per il loro sostegno.

I ministri hanno nuovamente condannato con fermezza la Russia per le sue violazioni del diritto internazionale e per la guerra di aggressione contro l’Ucraina. È stata ribadita la necessità di continuare a sostenere militarmente e politicamente l’Ucraina, mentre la Russia viene invitata a cessare immediatamente le ostilità e a ritirare le sue forze.

Iran e destabilizzazione regionale

Il G7 ha anche affrontato il ruolo destabilizzante dell’Iran nella regione mediorientale, in particolare il suo sostegno a gruppi come Hamas, Hezbollah e gli Houthi in Yemen. I ministri hanno condannato le attività iraniane che alimentano le tensioni e hanno chiesto a Teheran di interrompere il supporto a queste formazioni paramilitari. Josep Borrell ha inoltre sottolineato l’importanza di ricostruire la sovranità del Libano e di favorire il funzionamento delle istituzioni libanesi, incoraggiando il Paese a eleggere un nuovo presidente.

Tensioni nell’Indo-Pacifico e cooperazione Russia-Cina

Un altro argomento discusso durante il vertice è stata la crescente cooperazione militare tra Russia e Cina e il rischio di destabilizzazione nell’area dell’Indo-Pacifico. Crosetto ha evidenziato l’importanza della stabilità di quest’area, fondamentale per il commercio globale, visto che oltre il 60% delle merci mondiali transita attraverso i mari dell’Asia orientale e meridionale. I ministri hanno espresso preoccupazione per i tentativi unilaterali di modificare lo status quo nella regione attraverso l’uso della forza o della coercizione, facendo riferimento alle azioni aggressive della Corea del Nord, che rappresentano una minaccia per la stabilità dell’intera comunità internazionale.

Spese per la difesa: il caso italiano

Infine, il tema delle spese per la difesa è stato al centro del dibattito. L’Italia, con una spesa militare pari all’1,49% del PIL, è al di sotto dell’obiettivo del 2% fissato dalla NATO. Crosetto ha riconosciuto che si tratta di un problema da affrontare, soprattutto in vista di un rafforzamento del ruolo dell’Italia all’interno dell’Alleanza Atlantica. Il confronto con gli altri Paesi del G7 ha evidenziato una spesa maggiore per la difesa da parte di Paesi come Francia (2,06%), Germania (2,12%) e Regno Unito (2,33%), mentre gli Stati Uniti, con il 3,38%, restano il principale contributore.

DICHIARAZIONE FINALE CONGIUNTA

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