Il protocollo della discordia tra Italia ed Albania

“L’accordo con l’Albania sui migranti può diventare un modello di collaborazione tra Paesi Ue e Paesi extra-Ue sul fronte della gestione dei flussi migratori” ha detto Giorgia Meloni in un’intervista a Il Messaggero, mentre i politici albanesi dell’opposizione alzano le barricate.

E’ un’intesa che rafforza il partenariato strategico tra Italia e Albania e si pone sostanzialmente tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale”, così il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni ha riassunto su Il Messaggero la firma dell’importante accordo.

L’Ansa ieri ha preso visione del contestato protocollo d’intesa tra Italia-Albania sui centri per i migranti. Un documento di 9 pagine e 14 articoli che descrive l’accordo che ha validità quinquennale, rinnovabile per altri cinque. Sei mesi prima della scadenza le parti possono comunicare l’intenzione di non procedere alla riconferma.

Nei centri per i migranti che insisteranno su territorio albanese, è precisato nel documento, è assicurato il diritto di difesa, ovvero potranno accedere liberamente avvocati, organizzazioni internazionali e agenzie Ue che prestano consulenza e assistenza ai richiedenti protezione internazionale, nei limiti della legislazione italiana, europea ed albanese. 

La permanenza presso i centri sarà identica a quella prevista dalle norme  in Italia (max 18 mesi) e al termine della procedure Roma, a proprie spese, provvederà al rimpatrio degli ospiti che non hanno diritto alla permanenza nell’Ue.
Le strutture, che potranno accogliere al massimo tremila migranti, saranno gestite dall’Italia secondo normative italiane ed europee ed eventuali controversie con i migranti saranno sottoposte alla sola giurisdizione italiana.

Sulla natura dei centri ha così chiarito il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al Comitato parlamentare Schengen: “Quelli previsti dal protocollo siglato con l’Albania non sono Cpr ma strutture come quella di Pozzallo-Modica, dove si trattengono persone, con provvedimento convalidato del giudice, per il tempo necessario per svolgere le procedure accelerate di identificazione e gestione della domanda di asilo di persone provenienti da Paesi sicuri”.

Malcontento albanese

Ad alzare le barricate a Tirana l’opposizione di centrodestra  che dalle parole su Fb del  vicepresidente del parlamento, Agron Gjekmarkaj fa sapere: Il governo Meloni è sotto grande pressione per la gestione della crisi” dei migranti, e “il governo Rama non dovrebbe trasferire in Albania questa crisi”.

Una struttura per i migranti al porto di Shengjin, ha avvertito Gjekmarkaj, farebbe “svanire il sogno di questa importante località balneare nel nord del Paese di sviluppare il turismo“. Il leader del Pd, Lulzim Basha, lamenta la mancanza di trasparenza da parte del premier che “non ha nessun mandato a negoziare con nessun Paese: l’Italia è un nostro alleato e partner, un Paese amico, ma qui si tratta degli interessi nazionali”, ha aggiunto, accusando Rama di essere responsabile della fuga degli stessi albanesi all’estero “mentre decide di far arrivare qui i migranti illegali. E’ inaccettabile”.

Rama avrebbe siglato l’accordo “spinto solo dai suoi loschi interessi”, ha denunciato l’ex premier di centro destra Sali Berisha.

Le richieste di chiarimento dell’Ue

“Siamo in contatto con le Autorità italiane, abbiamo chiesto di ricevere dettagli sull’accordo per la migrazione con l’Albania”. Lo dice una portavoce della Commissione Europea al briefing quotidiano. “Prima di commentare oltre dobbiamo capire cosa s’intende fare esattamente”.

“Siamo stati informati dell’accordo Italia-Albania prima dell’annuncio“, fa sapere una portavoce della Commissione Europea.

“L’accordo tra Italia e Albania, dalle nostre prime informazioni, sembra diverso da quello tra Gran Bretagna e Ruanda“, ha sottolineato la portavoce della Commissione Ue Anitta Hipper nel briefing con la stampa ribadendo, tuttavia, che la Commissione ha chiesto ulteriori dettagli sull’intesa.

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