(di Massimiliano D’Elia) Gli Stati Generali di Giuseppe Conte volgono al termine, una kermesse, il cui “core” non proprio tutti hanno capito. Si è discusso delle linee generali di un piano le cui fondamenta, le risorse finanziarie, non sono ancora note e sicure visto che in Europa la discussione, sulle varie forme di stanziamenti messi o da mettere in campo è ancora accesa e non riesce a trovare il consenso unanime di tutti i paesi comunitari.
Nel frattempo il presidente del Consiglio Italiano, Giuseppe Conte si porta avanti e vuole stringere i tempi per l’elaborazione del Recovery Plan nazionale che presenterà a Bruxelles a settembre prossimo: “Confidiamo già la settimana prossima di rivedere il programma e provare a chiuderlo. Faremo un confronto con le forze politiche di opposizione, dopodiché avremo la bozza di piano di rilancio a cui lavorare nelle prossime settimane” .
Per definire il Piano italiano, infatti, le opposizioni non possono essere messe da parte, occorre farle intervenire al dibattito perché le scelte da intraprendere avranno riflessi molto vincolanti sulle future generazioni. Non è un caso che il Presidente della Repubblica Mattarella continua a lanciare messaggi diretti e subliminali per spingere il premier Conte ad insistere con le opposizioni. Ieri pubblicamente, infatti, il premier ha rinnovato l’invito, in serata i primi messaggi di apertura.
La Lega fa sapere che “Le proposte le abbiamo già presentate da tempo, in Parlamento. Non abbiamo bisogno di ville o sfilate. Se, però, ci invitano nelle sedi istituzionali e non nelle ville per fare passerelle, valutiamo di andare”.
Fratelli d’Italia tramite le parole della leader Giorgia Meloni al programma di Gramellini su Rai3: “Mancata presenza agli Stati generali? Noi ascoltiamo moltissimo, mi pare che siano loro che non vogliono ascoltare noi. Poi l’apertura: ”Siamo disponibili anche stavolta, ma per svelare il bluff chiederemo conto al governo e al premier delle proposte che abbiamo presentato al decreto Rilancio e che la maggioranza sta bocciando a raffica”.
Da Forza Italia Berlusconi afferma: “Non basterà l’ascolto puramente formale senza tener conto delle nostre indicazioni, sarebbe un comportamento del tutto inadeguato”.
Sempre ieri il premier Conte ha anche rimarcato che “occorre creare le premesse per poter consentire un recupero in termini di produttività, di prodotto interno lordo, perché siamo profondamente insoddisfatti dell’andamento di questi indici negli ultimi anni; siamo sempre stati al di sotto della media europea”.
Per far crescere il Pil ci sono nuove opportunità da cogliere da affiancare all’attuazione delle riforme storiche italiane. Occorrerà favorire la transizione energetica ed ecologica, la digitalizzazione dei servizi e procedere speditamente ad un piano sontuoso per le infrastrutture.
Per fare tutto ciò, però, occorre sburocratizzare con prudenza alcune procedure amministrative, ree dei legacci che hanno ostacolato ben 120 miliardi di euro per opere pubbliche già stanziati e parcheggiati tra ministeri, Anas, Cdp, Rfi e regioni italiane. Al riguardo Conte vuole accelerare sul decreto Semplificazioni, che potrebbe essere pronto già la prossima settimana: “Assegniamo grande importanza al decreto semplificazioni. Ci serve un provvedimento mirato per intervenire su alcuni snodi, per quanto sappiamo che un solo provvedimento normativo non possa risolvere il problema atavico di una “incrostazione” burocratica”.