Il virus corre e  la paura sul  vaccino AstraZeneca pure. Figliuolo: “Dobbiamo accelerare”

Sono 243 gli ingressi in terapia intensiva per il Covid-19 nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Il saldo giornaliero tra ingressi e uscite e’ di 100 pazienti in piu’, portando il totale a superare di nuovo le 3 mila unita’. Sono esattamente 3.082. Il picco di ricoveri in rianimazione fu toccato il 3 aprile dello scorso anno con 4.068 pazienti in terapia intensiva. Nei reparti ordinari (pneumatologia e malattie infettive) sono invece aumentati i pazienti di 365 unita’ rispetto a ieri, portando il totale a 24.518.

Il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario all’emergenza covid-19, non usa mezzi termini a ‘Che Tempo che Fa’ su Rai3: “La situazione è questa: dobbiamo accelerare. Dobbiamo fare il cambio di passo, con 500 mila vaccinazione al giorno per poter far sì che entro settembre si arrivi ad almeno l’80% degli italiani vaccinati”.

Esercito di vaccinatori (da 120mila a 250mila). Il numero dei ‘vaccinatori’ contenuto nel Piano del Commissario straordinario fa capire il senso dell’urgenza, verranno impiegati medici di medicina generale (fino a 44 mila), ricorrendo agli odontoiatri (fino a 60 mila), impiegando i medici specializzandi, a seguito dell’Accordo raggiunto tra Governo, Regioni e associazioni di categoria (fino a 23 mila), ricorrendo ai medici della Federazione Medico Sportiva Italiana Coni. Inoltre una “capillarizzazione della somministrazione” impiegando i medici competenti dei siti produttivi e della grande distribuzione, ricorrendo ai medici convenzionati ambulatoriali e pediatri di libera scelta, proseguendo, dove necessario, all’assunzione di medici e infermieri a chiamata, che si aggiungeranno a quelli oggi gia’ operativi. Saranno coinvolti farmacisti e in casi emergenziali, team mobili. Un vero e proprio esercito formato potenzialmente da oltre 120mila operatori e che puo’ arrivare, con il coinvolgimento totale di ogni ordine, a potenziali 250mila unità.

A fronte di una macchina organizzativa che con il passare dei giorni sta prendendo sempre più forma e sostanza rimane in piedi il problema del numero delle dosi del siero anche a seguito della psicosi scatenata dalla vicenda dell’azienda anglo-svedese AstraZeneca.

Capitolo AstraZeneca. “Su più di 17 milioni di persone vaccinate con il siero di AstraZeneca, finora in tutta l’Ue e nel Regno Unito ci sono stati – si legge nella nota dell’azienda – 15 eventi di Tvp (Trombosi venosa profonda) e 22 eventi di embolia polmonare segnalati tra coloro a cui è stato somministrato il vaccino, in base al numero di casi che la società ha ricevuto all’8 marzo. Questo dato è molto più basso di quanto ci si aspetterebbe che si verifichi naturalmente in una popolazione generale di queste dimensioni ed è simile per altri vaccini Covid-19 autorizzati“.

Nel frattempo nella giornata di ieri il Piemonte ha bloccato un lotto di Astrazeneca (ABV5811) dopo la morte di un docente diluisca che si era vaccinato, e Torino si aggiunge alle altre Procure dopo Catania, Trapani, Napoli, Siracusa e Bologna che indagano dopo il decesso di alcuni cittadini dopo l’iniezione del siero in questione. Azioni, quelle dell’Unita’ di crisi piemontese come quelle della magistratura, a scopo precauzionale ma che spingono Aifa a rassicurare: “c’e’ un’ingiustificato allarme sulla sicurezza del vaccino“. La stessa azienda a fine giornata fornisce dati sull’affidabilita’ del siero che evidenziano “nessun aumento di rischio per embolia o trombosi”.

Gli altri Paesi europei. Dopo lo stop di Danimarca, Norvegia e Islanda, oltre a Estonia, Lituania, Lettonia e Lussemburgo, anche le autorita’ sanitarie dell’Irlanda hanno chiesto al governo di sospenderlo.

La posizione dell’AIFA. Rispetto ai vaccini “c’e’ molta emotivita’ e lo ricordo gia’ ai tempi dell’influenza” quando si sospese la vaccinazione “e poi si dimostro’ che quelle morti non erano correlate”, assicura Giorgio Palu’, presidente dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che parla di “allarme ingiustificato“. Garantisce la sicurezza del proprio vaccino anche l’azienda che parla “di 15 trombosi e 22 embolie su 17 mln vaccinati” in Europa e in Gb. Non c’e’, insomma, “nessuna correlazione sinora dimostrata – aggiunge Palu’ – se non una relazione temporale, tra la vaccinazione e l’evento nefasto”.

Non demonizziamo i vaccini. Apriremo un fascicolo, faremo tutti gli accertamenti necessari, ma non diffondiamo terrore“, e’ l’appello del procuratore di Bologna, Giuseppe Amato. “Non demonizziamo i vaccini. Non c’e’ alternativa se non si vuole restare vittime del Covid”, sostiene Nello Musumeci, presidente della Regione Sicilia dove oggi sono arrivati gli ispettori del ministero della Salute per gli accertamenti sulla morte del sottufficiale della Marina militare Stefano Paterno’, 43 anni, deceduto nei giorni scorsi a Misterbianco (Catania) dopo essersi sottoposto alla prima dose di AstraZeneca. Nel frattempo migliaia di italiani hanno rinunciato la somministrazione con il vaccino dell’azienda AstraZeneca.

Il virus corre e la paura sul vaccino AstraZeneca pure. Figliuolo: “Dobbiamo accelerare”