L’Alleanza ha sviluppato un nuovo modello di forza militare con 300.000 soldati con un alto grado di prontezza. 100.000 soldati devono essere pronti per il trasferimento entro massimo dieci giorni e altri 200.000 entro 30 giorni. Inoltre, sono previste altre 500.000 forze di rinforzo che possono essere trasferite in un periodo compreso tra 30 e 180 giorni. Essenziale è la capacità di trasferire nei luoghi di crisi uomini e mezzi nel minor tempo possibile.
di Redazione
L’esercitazione “Steadfast Defender” (Difensore Inamovibile) si svolgerà da febbraio a maggio prossimi e sarà la più grande esercitazione della NATO dall’era della Guerra Fredda, con l’impiego di circa 90.000 militari. “Ci stiamo preparando a un conflitto con la Russia e i gruppi terroristici”, ha dichiarato il presidente del Comitato Militare della NATO, l’ammiraglio olandese Rob Bauer, dopo due giorni di consultazioni a Bruxelles con i capi di stato maggiore dei 31 paesi alleati più la Svezia, invitata in previsione del prossimo ingresso nell’Organizzazione. “Se ci attaccano, dobbiamo essere pronti“, ha aggiunto Baurer.
Il quotidiano tedesco WELT ha rivelato alcuni dettagli dell’operazione che delineano, in sostanza, la nuova linea d’azione della Nato, non più confinata a livello regionale ma che guarda oltre l’Europa verso ogni minaccia esterna che proviene da ogni angolo del globo e che possa minacciare la sicurezza e la stabilità dei Paesi occidentali.
Lo scenario dell’esercitazione
Lo scenario dell’esercitazione prevede un attacco russo al territorio della NATO, che chiama in causa la difesa collettiva, prevista dall’articolo 5 del Trattato di Washington del 1949. L’impegno di assistenza dell’Alleanza stabilisce che un attacco armato contro uno o più Alleati è considerato un attacco contro tutti e 31 i paesi membri della NATO.
Il focus di questa esercitazione sarà quello di spostare, in condizione di allarme, forze terrestri nazionali e internazionali con equipaggiamento pesante lungo il cosiddetto fianco orientale dell’Alleanza che si estende dal Baltico attraverso la Polonia fino alla Romania, dove la minaccia russa è più forte a causa della vicinanza geografica.
Per la NATO, la prontezza e il trasporto dei soldati della NATO, in una zona di combattimento sono un elemento essenziale per dimostrare la propria deterrenza e la capacità di difesa del territorio dell’Alleanza. La guerra in Ucraina ha, inoltre, mostrato alla NATO che le guerre convenzionali con attrezzature ingombranti e grandi quantità di carri armati, artiglieria e fanteria, diversamente da quanto si pensava a lungo, non appartengono al passato e che il cosiddetto “campo di battaglia trasparente” rappresenta oggi nuove sfide.
Per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda, la NATO, pertanto, si sta preparando concretamente ad una probabile guerra con la Russia. Secondo il concetto strategico della NATO del 2022, è necessaria una maggiore prontezza per raggiungere la deterrenza e la difesa. Concretamente significa che devono essere resi disponibili più soldati di prima e devono essere pronti a intervenire in una guerra più rapidamente rispetto agli anni passati. Oltre a una maggiore prontezza è anche necessario che l’Alleanza sia in grado di trasferire decine di migliaia di soldati e attrezzature pesanti con estrema velocità in una zona di crisi. Questo è il motivo per cui nell’attuale esercitazione della NATO ci si addestrerà principalmente sui trasferimenti di uomini e mezzi. Nelle fasi preparatorie è emerso, però, che ci sono ancora notevoli carenze nelle capacità di trasporto e nell’infrastruttura dove gli attuali tratti ferroviari e i ponti non sono tutti in grado di sopportare il transito di carichi eccezionali.
I piani regionali
La NATO per meglio rispondere alle nuove sfide ha già stabilito aree di dispiegamento, linee di difesa e contingenti di truppe per l’intero territorio dell’Alleanza. Il territorio della NATO è stato diviso in tre aree. A ciascuna area è assegnato un cosiddetto piano regionale e un quartier generale. Una regione si estende dall’America attraverso l’Atlantico fino alla Gran Bretagna e poi verso nord. La seconda regione include l’Europa settentrionale, compresa la Germania e la regione del Mar Baltico. La terza regione comprende l’Europa meridionale fino al Mediterraneo e al Mar Nero.
Per ogni regione ci sono piani di difesa specifici che rimangono segreti. In più di 4.400 pagine sono definiti i luoghi critici nel territorio dell’Alleanza da proteggere e difendere in caso di emergenza.
Un nuovo modello di forza militare
L’Alleanza ha sviluppato anche un nuovo modello di forza militare con 300.000 soldati con un alto grado di prontezza. Finora, per le operazioni di crisi, c’è stata la Forza di Risposta NATO (NATO Response Force o NRF), che conta solo circa 40.000 soldati. Le nuove forze di intervento rapido, che comprendono 300.000 soldati, saranno in tempo di pace sotto il comando nazionale, ma potrebbero essere richieste dal Comandante Supremo delle Forze Armate della NATO in Europa (SACEUR) e trasferite a seconda delle necessità (Sistema di Allarme Modernizzato).
Per le truppe sono previsti tempi prestabiliti di prontezza. 100.000 soldati devono essere pronti per il trasferimento entro massimo dieci giorni e altri 200.000 entro 30 giorni. Inoltre, sono previste altre 500.000 forze di rinforzo che possono essere trasferite in un periodo compreso tra 30 e 180 giorni. Questo concetto impone elevate richieste alle forze armate nazionali: in ogni paese, un gran numero di soldati deve essere mantenuto in uno stato di elevata prontezza operativa.
Oltre a un alto grado di prontezza è anche prevista una maggiore deterrenza attraverso una presenza costante in regioni particolarmente a rischio come quelle vicino al confine russo.
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