Airtum, l’Associazione italiana registri tumori, stima che per il quinquennio 2016-2020, in Italia, saranno diagnosticate 7mila neoplasie tra i bambini e 4mila tra gli adolescenti, in linea con il quinquennio precedente.
Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Oncoematologia e Medicina Trasfusionale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e co-presidente del simposio internazionale “Immunotherapy of childhood cancer”, svoltosi recentemente a Roma e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini”, conferma che “si registra più o meno un’incidenza di 180 casi per milione di soggetti l’anno, quindi possiamo affermare che il tumore pediatrico sia raro“.
Negli ultimi quarant’anni, ciò che è decisamente cambiato è il tasso di mortalità, ora in netta diminuzione.
Fortunatamente, i bambini e i ragazzi tra 0 e 19 anni che muoiono di tumore sono sempre meno: negli ultimi anni, i decessi sono stati circa un terzo di quelli registrati nei primi anni ‘70.
I successi maggiori si hanno con i tumori del sangue (e in particolare le leucemie): la sopravvivenza, in spesso, supera il 90% dei casi e questo grazie all’uso della chemioterapia secondo schemi ben definiti, con un approccio messo a punto grazie alla cooperazione internazionale fra oncologi pediatri. Ai successi di questa tecnica si aggiunge il trapianto di midollo, di cui i medici italiani sono stati promotori e pionieri.