Favorire l’accesso delle imprese al mercato della raccolta diretta di risorse finanziarie, con una particolare attenzione verso quelle aziende che intendono, nell’ambito di programmi di crescita e/o di internazionalizzazione, utilizzare soluzioni che diversificano la propria struttura finanziaria ed entrare in contatto con una platea più ampia di operatori finanziari. Questo, in sintesi, l’obiettivo dell’accordo siglato oggi dall’Associazione Bancaria Italiana (Abi) e da Anima Confindustria Meccanica Varia.
L’accordo mira ad individuare specifiche soluzioni finanziarie da mettere a disposizione delle imprese Associate ad Anima – che rappresenta in Italia imprese con un fatturato complessivo di 44,7 miliardi e 210mila dipendenti – per sostenere gli investimenti richiesti nel settore. Per le banche, che agiscono come consulenti e gestiscono l’organizzazione dei collocamenti, l’iniziativa costituisce al contempo un ulteriore passo verso un ampliamento delle soluzioni finanziarie offerte al mondo produttivo in continuità con operazioni di collocamento già effettuate sul mercato dei capitali.
Il primo risultato dell’intesa sottoscritta oggi sarà la predisposizione, nell’ambito di un gruppo di lavoro interassociativo da costituire, di un’analisi di fattibilità dei cosiddetti ‘bond di filiera’, specifico strumento rivolto in particolare a migliaia di Pmi – in molti casi vere e proprie eccellenze del Made in Italy – che occupano un ruolo determinante nella filiera produttiva di cui fanno parte ma che non riescono, per limiti di dimensioni e risultati economici, ad accedere ai mercati dei capitali oppure vi ricorrono senza vedersi attribuito merito di credito adeguato.
L’analisi intende quindi verificare se, attraverso un’adeguata strutturazione dell’operazione, il merito di credito delle imprese appartenenti alla filiera possa beneficiare degli effetti derivanti da un rapporto sinergico e continuativo con il cosiddetto capofiliera, soggetto con rilevante posizionamento di mercato e competitivo e di elevato standing finanziario. In concreto, si tratta di individuare ed analizzare una serie di dati di una filiera (ad esempio ambito di attività, aziende coinvolte, piano degli investimenti di filiera condiviso o da condividere, risultati economici e finanziari della singola impresa), per poi proporre una struttura, con relativi schemi di rafforzamento del credito, finanziabile sul mercato: si auspica in tal modo che il caso di studio possa diventare un precedente per operazioni di mercato analoghe.
“Siamo lieti – ha commentato Giovanni Sabatini, Direttore generale dell’Abi – di poter contribuire, in una fase di crescita dell’economia italiana, ad aumentare le soluzioni di finanziamento per le imprese che prevedano il ricorso diretto al mercato del debito. Tale canale finanziario, che è sempre più centrale nell’attività delle banche sul segmento imprese, può rappresentare una soluzione ottimale per strutture di finanziamento come i bond di filiera che coniugano la presenza di imprese leader e quella di imprese eccellenti ma di dimensioni ridotte con minori possibilità di accesso al mercato finanziario”.
“Il Piano Impresa 4.0 – ha dichiarato Andrea Orlando, Direttore generale di Anima – ha messo in risalto indicatori importanti. Le imprese sono pronte a investire. I dati elaborati dall’Ufficio studi Anima alla voce investimenti segnano cifre molto positive a due decimali. Gli imprenditori, se e quando messi in condizione, ampliano le linee produttive, si affacciano su nuovi mercati esteri, danno impulso ai dipartimenti di ricerca e innovazione. L’accordo con Abi può contribuire, attraverso strumenti finanziari su misura, a questo obiettivo: dare una nuova linfa vitale al tessuto imprenditoriale italiano e in particolare della meccanica, così che l’abbrivio positivo del 2017 e dell’inizio 2018 venga confermato e si possa dare un’accelerazione al Paese intero”.