(Vincenzo Cimini) Una scuola per diventare bravi manager continuare con successo la tradizione di famiglia. Si chiama “Family business management” ed è il nuovo percorso formativo lanciato dalla Business School della Luiss: il suo scopo è quello di formare nuove figure professionali in grado di soddisfare le richieste di leadership imprenditoriale che arriva soprattutto dal settore digitale: economia, gestione umana e lavorativa saranno i temi cardine del corso di studi ideato da Fabio Corsico che si rivolge a quei giovani a cui sta a cuore l’impresa di famiglia e si sentono pronti ad accettare la sfida del passaggio generazionale.
Figure formate che potranno contribuire all’innovazione industriale dell’Italia. Si tratta per lo più di giovani appartenenti a famiglie di imprenditori da numerose generazioni (anche cinque) che dopo mesi in cui hanno già avuto modo di relazionarsi con esperti in gestione d’impresa e strategia aziendale hanno deciso di arricchire il proprio bagaglio culturale ed imprenditoriale. Proprio il tema dell’impresa familiare sarà affrontato in modo diffuso durante il corso della Luiss come ribadito da Gian Maria Gros–Pietro, presidente del cda di Intesa Sanpaolo, advisory board del progetto “Family Business management” della Business School, e da Lorenzo Pellicioli, a.d. di De Agostini e presidente di DeA. Questa novità accademica “formerà tutti gli interessati a far crescere l’economia del nostro Paese”. In questa ottica la famiglia viene vista come “punto di forza” di fronte a qualsiasi tipo di avversità. «Le imprese familiari rappresentano una componente rilevante del sistema industriale italiano – si legge nella presentazione del corso[1] – dal momento che sono familiari più del 60% delle imprese quotate e oltre il 50% di quelle con più di 50 milioni di euro di fatturato.La situazione non è diversa nelle altre economie sviluppate e nelle economie emergenti, per esempio dal Sud America alla Cina, nelle quali il capitalismo familiare è molto diffuso. Le imprese di carattere familiare possiedono, infatti, specifiche caratteristiche distintive tra cui una prospettiva di guida di medio-lungo termine, il legame con il territorio e la presenza di obiettivi non esclusivamente economici che permettono loro di generare dei vantaggi competitivi unici».