Nei giorni scorsi il Presidente della Associazione Imprese Oggi, Antonio Di Ciaccio, ha inviato una nota formale al Segretario Generale CCIAA di Latina, al Commissario Straordinario CCIAA di Latina, alla Direzione Regionale per lo Sviluppo Economico e AA.PP. della Regione Lazio, all’Ufficio di Gabinetto del Presidente della Regione Lazio, al Ministro dello Sviluppo Economico – Dir. Gen. per il mercato, concorrenza, consumatore, vigilanza e normativa tecnica – ed all’ Assessorato Sviluppo Economico e AA.PP. della Regione Lazio avente per oggetto: “Procedura di rinnovo del Consiglio della CCIAA di Latina. Richiesta di verifica sulla effettiva rappresentanza della Confcommercio di Latina, ora Confcommercio Lazio Sud fino all’anno 2015; verifica della ipotizzata incompatibilità dell’attuale Presidente della Confcommercio Lazio sud”.
La lettera del Presidente Di Ciaccio prende spunto da una lettera con la quale il Segretario Generale della CCIAA di Latina, il 5 ottobre u.s., aveva negato l’accesso agli atti, chiesto dalla Associazione Imprese Oggi il 12settembre u. s. ai sensi della Legge n. 241/1990 per verificare quante delle 5.750 imprese dichiarate come iscritte dalla Confcommercio di Latina, ora Lazio Sud, avevano versato almeno una quota associativa nei due ultimi anni per poter essere effettivamente considerate ai fini delle procedure di rinnovo del Consiglio della CCIAA di Latina. In merito a ciò il Presidente della Associazione Imprese Oggi. Il Segretario della Camera di Commercio aveva persino contestato la legittimazione della Associazione Imprese Oggi a poter avanzare richiesta di accesso agli atti.
A tal proposito il Presidente Di Ciaccio, contestando il contenuto della lettera, asserisce che:
“Imprese Oggi – benché non costituente una Confederazione con diritto di voto in sede camerale ma riconosciuta anche in sede governativa con nota ufficiale del Ministero dello Sviluppo Economico a firma del Sottosegretario Gentile del 7.11.2016 – sicuramente rappresenta un numero considerevole di imprenditori della Provincia di Latina regolarmente iscritti nel Registro delle Imprese tenuto presso la stessa Camera di Commercio di Latina.
Tale premessa si impone in quanto – rilevata la pervicace ed ostinata difesa d’ufficio messa in campo da codesto Ente Camerale ad esclusivo favore della Confcommercio – non può di fatto escludersi un interesse diretto, concreto ed attuale in capo a ciascun imprenditore a che il proprio massimo Organo rappresentativo provinciale agisca sempre e solamente nel rispetto delle regole di correttezza, efficacia e trasparenza.
Fonte di tale obbligo lo si rinviene nello Statuto camerale approvato il 24.2.2000, in base al quale (art. 4): “Nella propria azione la Camera di Commercio si conforma ai seguenti principi generali: c) assicura la trasparenza e riconosce il diritto di partecipazione, attraverso la circolazione delle informazioni, l’accessibilità dei documenti e l’intervento ai procedimenti degli utenti interessati…”
Sorprende non poco, pertanto, che la CCIAA di Latina – apice dell’apparato produttivo di un intero territorio di cui fanno parte aziende singole ma anche riunite in associazioni – arrivi a redarguire un gruppo di imprenditori facenti parte di un’associazione ben radicata nel tessuto commerciale pontino, sol perché stia tentando di portare alla luce probabili irregolarità ed omissioni compromettenti il regolare svolgimento della giunta e del consiglio camerale e, di conseguenza, influenti sulla stessa legittimità dei provvedimenti adottati nell’interesse di tutte le imprese, non solo di quelle facenti parte delle Confederazioni ivi rappresentate.
In quest’ottica di necessaria chiarezza procedimentale, non può dirsi integrata alcuna “violazione della privacy”, essendo sufficiente per la scrivente associazione che vengano quantomeno riferiti e certificati ufficialmente dalla CCIAA “i numeri, ovvero la reale ed effettiva rappresentanza degli iscritti alla Confcommercio Latina, ora Lazio Sud” negli anni di riferimento, senza alcuna specificazione dei nomi e delle ragioni sociali delle singole imprese aderenti.
Va da sé che nella nota di risposta dell’11.09.2017 – sempre a firma del segretario generale della CCIAA di Latina – è stato dichiarato che possono essere conteggiate “ai fini dei rinnovi camerali …. le imprese che hanno pagato almeno una quota annuale di adesione nell’ultimo biennio”.
Orbene, a tal proposito è indubbio che – in base alle verifiche che la Camera avrebbe dovuto effettuare ma su cui, a questo punto, non possono non sorgere dubbi di attendibilità – sussiste l’obbligo preciso di fornire alla scrivente associazione di imprenditori locali quantomeno il numero esatto degli operatori che hanno versato la quota annuale di iscrizione alla Confcommercio di Latina, ora Lazio Sud.
Insomma, quanti dei 5.750 imprenditori riportati nel Decreto del Presidente della Regione Lazio del 17.7.2017 n. T00121 hanno versato la quota di iscrizione alla Confcommercio? Perché sull’argomento viene opposto tanto silenzio dall’organo camerale sottoscrivente le citate note?
E come mai simile ostinazione si spinge fino a negare chiarezza alla Regione Lazio, omettendo di rispondere alla nota dell’11.09.2017? Eppure la Regione ha sicuramente legittimazione ad agire, né la sua azione cognitiva è preclusa da presunti vincoli di privacy! Insomma, perché tanta resistenza e tanta protezione a vantaggio della Confcommercio Latina?
Se davvero i sospetti avanzati dalla scrivente associazione fossero stati destituiti di fondamento, molto probabilmente oggi sarebbe stata avviata un’azione di denuncia innanzi la competente autorità giudiziaria, in luogo della spasmodica ricerca di maldestri appigli normativi finalizzati a negare la verità sui numeri di rappresentanza della Confcommercio di Latina, ora Lazio Sud, al 31.l2.2015.
Solo la reale consultazione di quei numeri, insomma, potrà consentire di far luce sulla linearità di condotta degli organi rappresentativi della Confcommercio e, dunque, sulla legittimità della rappresentanza di quest’ultima confederazione in seno all’Ente Camerale.
Venendo, in ultimo, alla evocata “inesistenza, nel caso di specie, di un interesse diretto, concreto e attuale, nonché del requisito della indispensabilità dell’accesso” richiesto, e ciò in ragione della risolutiva emanazione del decreto MISE dell’8.8.2017 con cui è stata interrotta la procedura di rinnovo della CCIAA in oggetto, va da sé che una simile argomentazione non è sufficiente a giustificare le irregolarità riscontrate.
E questo per almeno due valide ragioni.
La prima è che l’infedeltà dei numeri dichiarati da Confcommercio Latina potrà sempre essere riproposta in un secondo momento, magari alterando i dati anche del 2016, 2017 ecc.; con conseguente compromissione delle votazioni necessarie per la delicatissima procedura di rinnovo persino del nuovo Consiglio della Camera di Commercio unificata di Latina e di Frosinone.
La seconda sta nel fatto che il Ministero intervenuto con il decreto dell’8.8.2017 ha semplicemente “interrotto” la procedura di rinnovo e non anche “revocato” o “annullato” la stessa.
Dacché, nella prospettiva di un futuro riavvio del procedimento interrotto – nel caso in cui vi fossero delle illegittimità contenute nei numeri e nei documenti depositati da Confcommercio in CCIAA – sarebbe comunque necessaria un’indagine per verificare l’attendibilità degli stessi, onde sanzionare possibili responsabilità accertate.
Ciò detto, poiché è indubbio che anche con l’ultima comunicazione del 5.10.2017 l’Ente Camerale non ha fornito risposta alla legittima richiesta di verifica avanzata in merito alle questioni sin qui specificate, omettendo risposta anche sul secondo argomento proposto (incompatibilità del Presidente Confcommercio), non tenendo conto dei dati oggettivi ed incontrovertibili già resi noti a tutte le Autorità in indirizzo, per tale ragione si insiste affinché venga prodotto il numero ufficiale, certificato ed effettivo delle aziende associate alla Confcommercio Lazio Sud negli anni 2015 e vengano fornite le notizie sulla presunta incompatibilità dell’attuale Presidente del Presidente Confcommercio nelle procedure di rinnovo (interrotte, ma non annullate) del Consiglio della Camera di Latina”.
Alla luce della puntuale nota la Associazione Imprese Oggi confida in un tempestivo e positivo riscontro alla nota inviata.