Il presidente russo, Vladimir Putin, alla viglia della grande parata per celebrare la vittoria sul nazismo ha rivolto il messaggio di auguri a tutti i Paesi dell’ex blocco sovietico, Ucraina compresa, e alle due Repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk: “Come nel 1945, la vittoria sarà nostra“.
“Oggi i nostri militari, come i loro antenati, stanno combattendo fianco a fianco per la liberazione della loro terra natale dalla sporcizia nazista, con la certezza che, come nel 1945, la vittoria sarà nostra“, ha enfatizzato Putin. “Oggi il dovere comune è prevenire la rinascita del nazismo, che ha causato tante sofferenze ai popoli dei diversi Paesi. Mi auguro che le nuove generazioni siano degne della memoria dei loro padri e nonni”.
Nel suo messaggio Putin si è poi rivolto ai civili del fronte interno che hanno schiacciato il nazismo a costo di innumerevoli sacrifici: “Purtroppo, oggi, il nazismo alza la testa di nuovo, il nostro sacro dovere è impedire che gli eredi ideologici di coloro che sono stati sconfitti settantasette anni fa si vendichino”.
Il G7 si allinea a Biden
Nel comunicato finale si legge: “II G7 rassicura il presidente Zelensky sulla nostra capacità di assumere ulteriori impegni per aiutare l’Ucraina a garantirsi un futuro di libertà e democrazia”. In sostanza verranno fornite tutte le armi che Kiev chiederà “in modo che possa difendersi oggi e costruire un meccanismo di deterrenza per altre aggressioni”.
I Paesi del G7 si sono anche impegnati ad incrementare il sostegno finanziario a breve termine.
Zelensky, invitato al consesso da remoto, ha detto che “il nostro scopo finale è costringere le forze russe a ritirarsi completamente dal nostro intero territorio”. Nessuno accenno è stato più fatto alla cessione della Crimea.
Al termine dei lavori le decisioni che si carpiscono dal comunicato stampa finale sono state veementi contro la politica di Putin: “Le sue azioni stanno ricoprendo di vergogna la Russia e i sacrifici storici del suo popolo”. I Paesi del G7, si legge nella nota, sostengono senza alcuna remora l’inchiesta sui crimini di guerra condotta dal Procuratore della Corte di giustizia internazionale.
L’incontro tra i grandi della Terra, prima della parata di oggi sulla Piazza Rossa a Mosca, è stato studiato per anticipare ogni iniziativa e minaccia di Putin che probabilmente farà nel discorso dinanzi alla nazione, previsto alle ore 10.30 italiane. Il G7 ha già dichiarato che appoggerà con ogni mezzo la controffensiva degli ucraini sul terreno per liberare lo sbocco sul Mar Nero di Kiev, oggi interamente controllato dalla flotta russa. L’obiettivo è quello consentire una rotta verso l’esterno (si punta molto sul porto di Odessa) alle navi cargo che trasportano grano e altri generi alimentari. Per quanto riguarda le informazioni di intelligence attinte dalla stampa (vicenda del NYT) il G7 ha deciso di potenziare il filtro di tali informazioni spesso ancora classificate “riservate”.
ENERGIA. Probabilmente mercoledì prossimo sarà dato il via all’embargo del petrolio russo. Il Coreper è infatti già convocato per 1’11 maggio. Nel documento finale del G7 si legge: “Lavoreremo insieme e con i nostri partner per garantire forniture energetiche mondiali stabili e sostenibili e prezzi accessibili per i consumatori”. La Casa Bianca ha fatto anche capire che aiuterà di più chi dipende dal petrolio russo.
SANZIONI. Occorre varare nuove sanzioni, ma tutti aspettano prima il discorso odierno di Putin. In caso di dichiarata escalation del conflitto occorrerà adeguare il tenore delle sanzioni. In questa fase occorrerà fare quadrato tra i Paesi occidentali e comunicare una strategia condivisa nell’interesse universale della pace. Obiettivo, quest’ultimo, difficile però da perseguire perché gli interessi e le esigenze dei singoli paesi dell’area euro rispetto a quelli transatlantici non spesso convergono.