Incendio Libia, oramai è caos. Forze di polizia e  Guardia costiera volatilizzate

Sapete che il governo italiano sta chiudendo i porti? Un profugo somalo, ora in Libia, “vorrà dire che moriremo in mare. Meglio sperare, partire, che restare intrappolati in Libia”

Sudanesi, eritrei, somali, nigeriani, ciadiani non possono tornare indietro e in Libia è impossibile restare. L’unica possibilità è partire con i trafficanti verso le coste italiane. Ora è più facile perché le forze di polizia libiche e la guardia costiera non esistono più, volatilizzati. Il comando della guardia costiera conferma che i pattugliamenti in mare sono sospesi da sei giorni.

Anche l’Unchr lancia l’allarme. Nelle ultime ore l’agenzia ha diffuso un comunicato di denuncia  contro nuovi casi di «stupri, rapimenti e torture» consumati ai danni di rifugiati, che sarebbero anche oggetto di abusi da parte di gruppi criminali che si travestono da agenti unhcr. Il compito dell’agenzia Onu è quello di registrare ed accogliere tutti coloro coinvolti negli ultimi combattimenti. Una volta identificati, vengono dati cibo e kit d’emergenza contenenti saponi per l’igiene personale, coperte, un pigiama e del cibo. Non vediamo affatto la fine dell’emergenza. Il flusso dall’Africa si è ridotto rispetto all’anno scorso. Ma non cessa. Non abbiamo alcuna idea su quanti siano i migranti in Libia. Si dice trecentomila, mezzo milione, persino ottocentomila. Ma in verità nessuno lo sa. Noi ne abbiamo registrati in tutto oltre 55.000. Ma rappresentano solo una percentuale parziale delle presenze. Nei centri di detenzione ufficiali libici gli accusati di immigrazione illegale sono compresi tra 6.000 e 8.000. Tra questi ne abbiamo attenzionati 4.500, perché rispecchiano la definizione di rifugiati, vengono da Paesi in guerra o da situazioni in cui non possono tornare senza rischiare la vita e dunque necessitano di protezione internazionale». Occorre assistere anche circa 1.800 famiglie libiche a loro volta fuggite dai quartieri di Tripoli.

A tutto ciò si aggiunge la precarietà di decine di migliaia di ex immigrati dall’Africa sub-sahariana che da molti anni vivono e lavorano in Libia. Vi erano arrivati sin dalle aperture volute da Gheddafi nei confronti dei «fratelli africani», ma non hanno mai avuto  la cittadinanza.

 

Incendio Libia, oramai è caos. Forze di polizia e Guardia costiera volatilizzate

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