Il Senegal si infiamma dopo l’annuncio del presidente Macky Sall di rinviare le elezioni, previste per il 25 febbraio prossimo, senza fornire una nuova data. Scontri e arresti si sono registrati in varie città con morti e feriti. Il Senegal è l’unico paese dell’Africa occidentale a non aver mai subito un golpe. A partire dal 1981 il Senegal è una democrazia parlamentare, che ha vissuto tre cambi di governo con regolari elezioni. Il rischio è, ora, che l’esercito possa prendere il potere, approfittando del caos istituzionale.
di Massimiliano D’Elia
Il presidentre del Senegal Macky Sall, molto legato alla Francia, ha cercato di rassicurare i diciassette milioni di connazionali dicendo che il voto non poteva tenersi fino a quando non fossero stati risolti i problemi che minacciavano la credibilità del voto. Lo scorso anno Sall aveva ribadito il suo solenne impegno a non candidarsi nuovamente per la terza volta, rispettando così il dettato costituzionale.
Il Senegal sta, pertanto, affrontando la peggiore crisi costituzionale dei suoi oltre sei decenni di indipendenza. L’oppositore dell’attuale presidente, Ousmane Sonko, molto seguito dai giovani, lo scorso anno è finito in prigione per motivazioni ancora poco chiare. Le politiche di Sonko, secondo la maggiornaza di governo, includono l’uscita dalla dittatura economica del franco CFA (moneta sostenuta e controllata dal Tesoro francese ed ancora utilizzato da otto paesi dell’Africa occidentale).
La popolazione aveva accolto l’arresto con molta diffidenza, senza però animarsi più di tanto, in attesa di poter votare il 25 febbraio. Con l’annuncio della cancellazione dell’appuntamento elettorale la scintilla ha acceso la protesta facendo riversare per strada decine di migliaia di persone.
La reazione dell’esecutivo è stata immediata, schierando per strada la polizia in tenuta antisommossa ed interrompendo la rete internet ed una televisione locale critica al governo attuale.
I deputati, per cercare di sedare le proteste, si sono affrettati a licenziare una risoluzione per riprogrammare il voto presidenziale a dicembre prossimo. Una dilazione dell’appuntamento elettorale che, secondo osservatori internazionali, nasconde una precisa strategia del presidente Sall.
In Senegal non si assite ad un’ascesa del potere militare in senso anti-francese come in Burkina Faso, Mali e Niger ovvero ad un’insurrezione islamista. Si tratta di qualcosa di più profondo che proviene dall’interno delle istituzioni, quello che l’opposizione definisce un “colpo di stato costituzionale“, quello messo in atto dall’abile presidente Sall che non disdegna metodi totalitari, come gli arresti sommari di massa.
Almeno tre deputati, tutti alleati del leader dell’opposizione, sono stati arrestati e circa duemila sostenitori di Sonko sono già in prigione dopo le proteste dello scorso anno, in cui sono state uccise almeno 16 persone.
Sonko, 49 anni, è stato escluso dalle elezioni presidenziali dopo essere stato imprigionato per diffamazione. Precedentemente era stato giudicato per presunta violenza sessuale, accusa decaduta di fronte alla debolezza delle evidenze portate in giudizio, risultate palesemente invetate ad arte. Eppure, anche se Sonko era stato neutralizzato, il presidente Sall temeva che il sostituto designato da Sonko avrebbe potuto vincere facilmente sul suo candidato, apparentemente più debole, tale Amadou Ba. Si sospetta che Sall, infatti, intenda utilizzare il tempo fino a dicembre prossimo per trovare un’altro candidato molto più forte e catalizzatore di voti.
Il favorito potrebbe essere Karim Wade, con cittadinanza francese, già ministro e figlio di un ex presidente del Senegal. Wade era stato escluso dalla corsa alle elezioni presidenziali attuali perchè la legge nazionale non prevede un candidato con la doppia cittadinanza ed i tempi burocratci per rinuciare a quella francese sono troppo lunghi, considerata la data del 25 febbraio. Ora con il rinvio a dicembre Wade potrà disbrigare le pratiche per rinunciare alla cittadinanza francese anche se nel frattempo, secondo il FT, il leader dell’opposizione anti-francese Sonko uscirà dal carcere perchè terminato il periodo della pena per diffamazione. Si aprirà, quindi, un’altra partita si spera in senso “democratico” semprechè succeda qualcosa di più dirompente prima visto che, per costituzione, il 2 aprile prossimo il presidente Sall perderà formalmente i suoi poteri di legge.
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