IL CARBONIO 14 CONFERMA: IL SACCO DI SAN FRANCESCO E’ DEL 1200 E CONTENEVA PANE.
LA RELIQUIA STUDIATA DAGLI SCIENZIATI SI TROVA NEL CONVENTO DI MONTELLA (AV).
4 ottobre – ricorrenza di San Francesco d’Assisi -. Nel Bosco di Folloni del Comune di Montella in provincia di Avellino si trova il convento di San Francesco fondato dallo stesso Santo di passaggio in quei luoghi diretto al santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano. Era il 1222 e nel bosco infestato di briganti il poverello d’Assisi lasciò alcuni confratelli con il compito di edificare una chiesetta. Nel tempo sorse il complesso francescano che molti conoscono e visitano per la sua storia, la bellezza artistica ma in particolare perché vi sono conservati alcuni frammenti di quello che viene chiamato il sacco di San Francesco. Un sacco, una bisaccia , che la leggenda vuole sia stato inviato pieno di pane caldo, portato da un angelo , da San Francesco ai suoi confratelli del convento di Montella affamati e allo stremo delle forze perché assediati dal gelo, dalla neve e dai lupi. Sul portone del convento, venuto dal nulla, comparve allora il sacco pieno di pane caldo ancora fumante che diede ristoro e forze ai poveri fraticelli. Sulla tela del sacco, narra ancora la leggenda, c’erano ricamati 4 gigli. Il giglio era simbolo della Francia dove San Francesco si trovava in quel momento. Questo diede ai confratelli la certezza che quel sacco di pane fosse stato inviato proprio da San Francesco e fu conservato e tramandato nel tempo insieme alla leggenda .Una leggenda che viene ora confermata dalla scienza perché la reliquia , esaminata con metodi scientifici, ha confermato sia la datazione al XIII secolo del manufatto ma anche e soprattutto che effettivamente contenesse del pane. La ricerca è stata effettuata dai ricercatori dellUniversità di Pisa, della University of Southern Denmark e della Leiden University dei Paese Bassi, che hanno esaminato il frammento di sacco con il metodo del radiocarbonio. Le analisi hanno stimato una data che va dal 1200 al 1295, un lasso di tempo compatibile con la leggenda, mentre la presenza di un particolare composto chimico ha confermato che il sacco conteneva del pane. “ Per quanto questi elementi non siano determinanti – ha affermato la professoressa Ilaria Degano dell’università di Pisa autrice della ricerca insieme alla professoressa Maria Paola Colombani – l’analisi dimostra che il sacco potrebbe essere autentico”.
Mario Galati