Industria farmaceutica italiana va come una Ferrari dei tempi migliori – indagine della Doxa Pharma: ricerca, innovazione, welfare e investimenti al top
(di Nicola Simonetti) Industria farmaceutica italiana sugli scudi in Europa. “Va come una Ferrari dei migliori tempi e cresce nella reputazione generale che – ha detto il dr Giuseppe Venturelli, della Doxa Pharma all’incontro organizzato da Abbvie, azienda biofarmaceutica globale basata sulla ricerca che ha investito sulla produzione, negli ultimi anni, 130 milioni euro – dal 73,5% è passata al 73,8%.
La reputazione è una relazione biunivoca alla base della quale c’è promessa mantenuta, correttezza collaborazione, chiarezza, disponibilità sempre rinnovate e confermate.
La produzione farmaceutica aiuta l’economia italiana nei momenti di difficoltà.
In Italia – continua Venturelli – questa industria realizza investimenti che rappresentano il doppio rispetto a tutti gli altri Paesi europei e, quest’anno, è in crescita del 7%.
Il Pil dal 2008 al 2018 ha superato il 22% e, nel 2019 è cresciuto del 3,2 per cento. È anche raddoppiato l’investimento nella innovazione che, rispetto all’Europa, nel 2018, e° ulteriormente aumentata del 7 per cento.
L’intera filiera della salute, concreta il 10,7% di cui la sola produzione farmaceutica rappresenta l’1,8%.
L’Italia è il primo Paese produttore di farmaci d’Europa e la terza industria del Paese dove il valore della produzione farmaceutica nel 2018, è stato di 32 miliardi di euro.
Italia, prima anche nell’export farmaceutico che vede una crescita del 117% (nel 2019 + 15%, la più alta in Europa).
L’industria farmaceutica è portabandiera nella crescita dell’occupazione soprattutto in produzione e ricerca grazie anche a 7.000 assunzioni all’anno (50% giovani).
L’occupazione tra il 2014 ed il 2018 registra un aumento dell’8,7% laddove la media nella industria manufatturiera si ferma al 2%.
Sostegno anche per l’occupazione giovanile: più 8,7% tra il 2014 ed il 2018. La media degli under 35 è del 20%.
Anche il rapporto donna-uomo risulta corretto in quanto le donne rappresentano il 42% con livelli di inquadramento medio-alti.
L’innovazione si presenta con qualità certificata, tecnologia all’avanguardia (il polo produttivo Abbivie di Campoverde ad Aprilia si erge come un esempio ai vertici della classifica: 270mila mq con impianti all’avanguardia di formazione e confezionamento di prodotti, 2 impianti chimici, produzione di principi attivi con esportazione di oltre l’80% della sua produzione).
La produzione farmaceutica – conclude Venturelli che si è basato sui dati di un’indagine svolta da Doxa Pharma – è anticiclica e trainata sia per se stessa che per l’indotto, produce posti di lavoro qualificato, è al di sopra di ogni discriminazione di genere e di età e la sua reputazione è in cotante aumento negli ultimi tre anni. Il rispetto dell’ecologia e dell’ambiente è scrupolosamente applicato come a Campoverde dove si registra un abbattimento di oltre il 50% dell’utilizzo dell’acqua di falda, l’autoproduzione di circa il 90% del fabbisogno di energia, zero rifiuti inviati in discarica ed oltre l’85% destinato al riciclo.
In prima fila, in Europa, dal 2008 al 2018, per l’export che, peraltro, nel 2019 ha totalizzato il 15% in più confermando la propria preminenza in campo della UE.
L’occupazione vede oltre 40.000 addetti alla produzione, dal 2014 al 2018, grazie a 7.000 assunzioni, di cui il 50% con aumento dell°8,7% quando la media del settore manifatturiero si ferma al 2%.
L’industria farmaceutica – va ribadito – e° il segmento che, in Italia, occupa più giovani e, in particolare, gli under 35.
La filiera della salute rappresenta la terza industria del Paese e incide per il 10,7% sul PIL Il comparto farmaceutico genera 32 miliardi di valore e una crescita del 22% in 10 anni, la più alta in Italia. Come rileva l’analisi condotta da Doxapharma, l’industria farmaceutica – sottolinea ancora Venturelli – piace sempre di più agli italiani grazie a ricerca, innovazione, welfare e investimenti. Un settore primo in Europa per export e che dà lavoro ad oltre 66mila addetti, di cui il 90% laureati e diplomati, con una crescita di circa 7mila posti qualificati l’anno.