L’accordo di Aquisgrana tra Francia e Germania potrebbe penalizzare l’industria militare italiana che ha bisogno di partecipare attivamente a nuovi programmi. L’alternativa all’asse franco-tedesco potrebbe essere quello di guardare con maggiore attenzione al mondo industriale anglosassone. Molto interessante quanto scritto dal Sole24 sul fatto che l’Italia potrebbe guardare alla Gran Bretagna, dove c’è già una consolidata presenza industriale di Leonardo-ex Finmeccanica. Gran Bretagna vuol dire anche un maggiore avvicinamento agli Stati Uniti, dove l’Italia è presente con collaborazioni importanti in Boeing (difesa missilistica) e Lockheed Martin con l’F-35.
Al riguardo si è espresso anche il Prof. Michele Nones, consigliere scientifico dello IAI: “II rafforzamento dei legami tra Francia e Germania va inevitabilmente a scapito dell’Italia, che almeno dall’inizio di questo decennio aveva disperatamente cercato di incunearsi tra francesi e tedeschi. Abbiamo guardato soprattutto ai francesi, con i quali ci sono accordi nell’industria navale, nella missilistica e nei satelliti, mentre non siamo riusciti a realizzare programmi congiunti con i tedeschi. Se vogliamo mantenere una capacità tecnologica nella difesa dobbiamo partecipare ai prossimi programmi europei. Per fare questo servono risorse aggiuntive rispetto a quelle che già vengono stanziate per i programmi nazionali. Dovrebbe essere questo governo a cercare alleanze politiche in Europa per far sì che i co-finanziamenti nazionali dei programmi europei siano tenuti fuori dal patto di stabilità”.
I più interessanti progetti europei
Uno dei grandi progetti che destano l’interesse internazionale è il progetto franco-tedesco per il caccia del futuro, il “Feas”.
Lo scorso luglio la premier britannica Theresa May ha lanciato del progetto “Tempest”, con 2 miliardi di sterline iniziali per le industrie inglesi.
Il progetto del nuovo carro armato europeo è in discussione tra tedeschi e francesi.
Il futuro drone Euro Male è un progetto tra quattro paesi, guidato dalla Germania, con Francia, Spagna e Italia.
Di fronte a questa nuova tendenza europea a cooperare in progetti futuribili, giorno dopo giorno le tensioni tra Roma e Parigi assumono sempre più un tono non del tutto rassicurante.
Le recenti tensioni con la Francia
Il presidente francese Emmanuel Macron, parlando dal Cairo, ha sottolineato che non risponderà alle critiche dei leader italiani Luigi Di Maio e Matteo Salvini sulla Francia, perché non hanno «alcun interesse». «Non ho intenzione di rispondere. È l’unica cosa che stanno aspettando… Tutto ciò non ha alcun interesse. Il popolo italiano è nostro amico e merita leader all’altezza della propria storia». «Questo lo lasci dire al popolo italiano», la replica di Di Maio avvenuta quasi in diretta.
“Der Spiegel”
Sul fatto che lo scontro tra Italia e Francia potrebbe “costare molto”, soprattutto a Roma lo si legge anche sul settimanale tedesco “Der Spiegel”, secondo cui la crisi tra Roma e Parigi, innescata e alimentata dalle dichiarazioni dei vicepresidenti del Consiglio, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, cui si sono aggiunte quelle del capo del governo, Giuseppe Conte, al Forum economico mondiale di Davos, rischia di danneggiare gravemente i rapporti italo-francesi, in particolare in materia di economia.
Il parere di Licia Mattioli, vicepresidente di Confindustria
Per la vicepresidente di Confindustria, Licia Mattioli, la polemica con la Francia avviata dall’Italia è “incomprensibile e controproducente”, data la posta in gioco. “Dopo la Germania, la Francia è il principale partner commerciale dell’Italia”. Oltralpe, è infatti diretto “il 10 per cento del totale delle esportazioni dell’Italia”. Importanti banche e compagnie assicurative italiane, “come Unicredit e Generali, sono di proprietà francese, così come grandi nomi della moda: Bulgari, Fendi, Gucci e Brioni”. Lo scontro tra Italia e Francia pone, inoltre, rischi elevati per i progetti comuni dei due paesi: il salvataggio di Alitalia, la fusione tra Fincantieri e Chantiers de l’Altantique già Stx France, la vendita Telecom, il risanamento delle banche italiane, il treno ad alta velocità Torino-Lione. Per l’Italia, afferma Mattioli, “la cooperazione con la Francia e l’Europa è l’unica prospettiva possibile”.