(di Roberta PREZIOSA) Un comunicato di Rosatom, corpo regolatore del complesso nucleare russo, ha riportato che Maher Abdallah Alodan, direttore del Centro saudita “Re Abdullah” di ricerca per l’energia atomica, e le energie rinnovabili, e Evgenij Pakermanov, presidente della societa’ Rusatom Overseas (controllata del gruppo Rosatom), responsabile per la promozione del nucleare russo nei mercati esteri, hanno firmato una road map sulla cooperazione per lo sfruttamento per scopi pacifici dell’energia nucleare.
La road map prevede una serie di passaggi necessari per l’attuazione del programma di cooperazione sullo sviluppo pacifico dell’energia nucleare, firmato il 5 ottobre scorso, a Mosca, come parte della storica visita del re saudita Salman.
Mosca e Riad, in conformità con il programma, coopereranno nei settori dei reattori a bassa e media potenza che possono essere utilizzati per la produzione di energia e per la desalinizzazione dell’acqua di mare.
Le parti prevedono, altresì, di lavorare congiuntamente nel campo della formazione del personale per il programma nucleare nazionale.
Questa iniziativa si colloca dentro il programma strategico del Ministro della difesa saudita, chiamato Vision 2030 che, tenta di dare all’Arabia Saudita la capacità di diversificare le fonti economiche del paese, ora legate solo all’esportazione del petrolio.
Sotto il profilo politico, sia gli Stati Uniti sia la Russia hanno la tecnologia per la produzione di energia con reattori nucleari ma, la diversificazione di approvvigionamento tecnologico dà alla politica saudita una maggiore flessibilità nel caso una delle due fonti dovesse trovare ostacoli politici in termini di esportazione.
E’ una politica intelligente sotto il profilo geopolitico e sicuramente lungimirante.