(di Andrea Pinto) Dopo Mali, Ciad, Burkina Faso, Guinea e Niger ora anche il Gabon si unisce alla lista degli Stati africani retti da autoproclamati governi, a seguito di golpe perpetrati dai militari dell’esercito regolare. Il presidente del Gabon Ali Bongo Ondimba aveva vinto le elezioni politiche per la terza volta consecutiva, continuando così l’insolita tradizione di famiglia che ha comandato il Paese, in maniera ininterrotta, da ben 56 anni.
Immagine TGCOM
Il Gabon, da sempre sotto l’influenza francese, è un Paese ricchissimo di materie prime come uranio, petrolio, oro e legni pregiati ed è membro dell’Opec. Come scrive Repubblica il gruppo minerario francese Eramet che opera nel Gabon nel settore dell’estrazione del manganese ha dovuto interrompere le attività per mettere in sicurezza il proprio personale. Ferma la condanna di Parigi: “Condanniamo il colpo di Stato e ricordiamo il nostro impegno per elezioni libere e trasparenti“.
Tornando al Gabon, di fronte al crescente malcontento popolare per le condizioni di estrema povertà nonostante le conclamate ricchezze del Paese, il militari gabonesi, comandati dal generale Brice Oligui Nguema hanno annunciato alla tv nazionale di avere annullato i risultati delle elezioni e messo fine al regime di Ali Bongo. Il generale si è poi nominato presidente ad interim per guidare la transizione.
I militari hanno chiuso in confini, decretato il coprifuoco, sciolto il parlamento ed esautorato tutte le istituzioni. Hanno però precisato che avrebbero onorato tutti gli impegni internazionali del Gabon. Il generale Brice Oligui Nguema, tramite il quotidiano francese Le Monde, ha detto che Bongo “è in pensione e gode di tutti i diritti. Ma è un gabonese come tutti gli altri e non aveva il diritto di restare in carica per un terzo mandato, la Costituzione è stata violata e l’esercito ha deciso di assumersi le proprie responsabilità“.
L’ennesimo colpo di stato nel giro di pochi anni è motivo di forte preoccupazione da parte dell’Ecowas e dell’Unione africana che iniziano così a perdere la loro influenza in quasi tutta le regione subsahariana. Rimangono ad osservare l’evoluzione della situazione Stati Uniti, Unione europea e Cina, mentre sfiorano sempre di più i dubbi su un eventuale interferenza russa sulla scia dei colpi di stato che hanno, di fatto incendiato tutta l’Africa centrale.
Instabilità quella africana che inesorabilmente ha ripercussioni per l’Italia e il Vecchio Continente per quanto riguarda il flusso incontrollato di migranti che, secondo alcuni report d’intelligence, potrebbe essere utilizzato proprio dalla Russia per dare concretezza alla tanto sbandierata guerra ibrida, destabilizzando così i Paesi occidentali dall’interno per via delle recrudescenti insofferenze sociali e politiche.
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