Instabilità Medio Oriente, Iran e Arabia Saudita ne reggono le maglie

Il medio oriente è una delle regioni più complesse al mondo. In questo momento ci sono quattro stati falliti (Yemen, Libia, Iraq e Syria) e tre guerre in corso (Syria, Iraq e Yemen), con grandi potenze come Russia e Stati Uniti che sempre di più prendono parte ai conflitti su fronti diversi.  La regione ha visto susseguirsi un conflitto dopo l’altro fin dall’inizio del  ventesimo secolo, e in tutte le guerre rivoluzioni, ci sono sempre stati due paesi che hanno combattuto su fronti opposti: Arabia Saudita e Iran. Questi due paesi sono da sempre in forte rivalità, e i rapporti fra loro rappresentano la chiave che abbiamo per comprendere a pieno l’instabilità del medio oriente. Arabia Saudita e Iran non si sono mai dichiarati guerra direttamente, ma hanno comunque combattuto supportando milizie o incitando popoli alla rivolta. Questa pratica è comunemente conosciuta col nome di “proxy warfare”, e ha avuto un effetto devastante sulla stabilità della regione. La Guerra Fredda più famosa fu combattuta fra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica nel corso della seconda metà del  ventesimo secolo. I due paesi non si dichiararono mai guerra, ma procedettero a scontrarsi appoggiando fazioni opposte in molti conflitti sparsi in tutto il mondo.

Proprio come gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, l’Arabia Saudita e l’Iran sono due potenti rivali, che al posto di combattere per il dominio del pianeta, combattono per il controllo del Medio Oriente. Le relazioni fra questi due paesi furono positive fino alla rivoluzione che scosse l’Iran nel 1979. Dopo la cacciata dell’ultimo Scià di Persia, l’Iran iniziò la sua politica ostile nei confronti dell’Arabia Saudita. Immediatamente dopo la rivoluzione l’Iran modificò radicalmente il suo ruolo, tentando di imporsi come nuovo leader dell’area mediorientale. Questo causò la cosiddetta “rinascita sciita”, causa dell’attuale ostilità fra Iran e Arabia Saudita, che invece è un paese a maggioranza sunnita. Nel corso degli anni dal 1979 a oggi, l’Iran iniziò a finanziare ogni movimento capace di indebolire l’influenza Saudita in Medio Oriente. Numerose furono le proxy wars che coinvolsero i due paesi su fronti opposti; nel 1980 i Sauditi finanziano l’Iraq nella guerra contro l’Iran e nel 1982 l’Iran partecipò alla creazione di Hezbollah in Libano e di Badr in Iraq. 

L’Occupazione Americana dell’Iraq (2003-2011), fu un evento che peggiorò ulteriormente i rapporti fra i due paesi. Dopo la fine della guerra, gli Stati uniti lasciarono l‘Iraq debole e instabile. Ciò permise il proliferare delle milizie e lo scoppio di una nuova guerra civile. Ne l’Iran ne l’Arabia Saudita avrebbero voluto che ciò accadesse, perchè per tutto questo tempo l’Iraq era stato “il cuscinetto” che aveva tenuto i due paesi divisi e lontani dallo scontro diretto. Tuttavia, entrambe le nazioni utilizzarono questa occasione per supportare milizie e movimenti al fine di aumentare la propria influenza nell’area. 

La primavera Araba del 2011 ampliò ulteriormente lo scenario operativo di Arabia Saudita e Iran, che iniziarono a scontrarsi anche in nord Africa e in Siria. Negli ultimi mesi la situazione è peggiorata ulteriormente, coinvolgendo direttamente le forze armate delle due potenze; in Yemen e in Siria, gli eserciti dei due paesi partecipano già in prima persona ai conflitti in corso.

Entrambi questi paesi percepiscono le tensioni dell’area come minacce dirette ai loro interessi nazionali e si danno la colpa l’un l’altro.

Man mano che il Medio Oriente continua a destabilizzarsi è difficile prevedere fin dove le due nazioni si spingeranno. La chiusura dei rapporti fra Arabia Saudita e Qatar, e la recente sconfitta dell’Isis in Iraq rischiano di creare un vuoto che potrebbe gettare l’area in un “caos” ancor più grande di quello attuale.

di Lorenzo Pedullà

 

Foto rawabettercenter.com

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