(di Massimiliano D’Elia) Intervenire in Niger? Domenica scade l’ultimatum dell’Ecowas – la comunità degli stati africani occidentali – lanciato ai golpisti nigerini per ritornare ad una guida democratica del paese. I golpisti però, proprio ieri, hanno ricevuto l’appoggio di Mali, Burkina Faso e Guinea in caso di attacco militare da parte di qualsiasi blocco di paesi stranieri, inclusi quelli che fanno parte dell’Ecowas. La situazione con il passare delle ore è diventata incandescente e tutti i paesi occidentali stanno facendo rientrare i propri connazionali che hanno richiesto il rimpatrio. Poche ore fa è atterrato un velivolo dell’Aeronautica militare italiana che ha riportato a casa i connazionali che avevano avanzato richiesta di rimpatrio aggli uffici diplomatici di Niamey.
Il Paese europeo che è colpito più direttamente dal golpe è la Francia che ha numerosi interessi nella sua ex colonia, specialmente nel campo dell’estrazione dell’uranio che viene poi utilizzato per alimentare le centrali nucleari in Europa.
In Niger sono stanziati circa 1.500 soldati francesi nella base di Niamey con droni Reaper e caccia Mirage, ripiegati dopo la “cacciata” dal Mali. L’Italia ha un contingente di 300 uomini nella base all’esterno dell’aeroporto della capitale, nel quadrilatero a Sud della città dove si trovano le installazioni francesi e statunitensi.
Sull’ipotesi di un intervento miltare unilaterale francese, secondo, la ministra degli Esteri, Catherine Colonna, sarebbe una fake news rilanciata dai golpisti per alzare l’asticella della tensione. Probabilmente suggerita dai russi della Wagner, notoriamente molto abili nelle tecniche di disinformazione.
Non è escluso però che la Francia fornisca appoggio logistico ad un’eventuale missione dell’Ecowas che ha dato un ultimatum fino a domenica alla nuova giunta del generale Tiani. A dare la conferma una fonte militare francese citata da Repubblica: “È un’opzione sul tavolo” anche se in prima linea per guidare un intervento dell’Ecowas ci sarebbero Nigeria e Ciad, in stretto contatto con Parigi. “In ogni caso — conclude la fonte militare a Parigi — l’eventuale aiuto della Francia sarebbe coordinato con altri Paesi europei e con gli Stati Uniti”.
La Francia potrebbe fornire mezzi, intelligence e unità di forze speciali. A Parigi però sono cauti dicendo che è ancora prematuro parlarne, perchè è impossibile non tenere conto dei rischi di aprire un conflitto panafricano, alla luce delle reazioni dei Paesi filo-russi confinanti con il Niger, che si sono già dichiarati solidali con il generale Tiani.
Su Orano, il gruppo francese che opera nel Nord del Niger per l’estrazione di uranio non risultano, al momento, problemi particolari visto che il contratto con le autorità nigerine era stato appena rinnovato a prezzi superiori ai valori del mercato. I golpisti potrebbero, pertanto, avere interesse a mentenere i termini vantaggiosi del contratto anche se avevano minacciato di interrompere l’estrazione del prezioso metallo a favore di Parigi.
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