Un’intesa da 5 miliardi di euro tra Italia e Iran per rilanciare gli investimenti in tre settori-chiave: acquisto di beni e servizi, infrastrutture ed energia con il sostegno della newco Invitalia Global Investment. Mentre a Teheran non si placa la protesta contro il caro-vita e il governo del pur moderato presidente Hassan Rohani, l’Italia riesce ad andare avanti nell’applicazione del Joint Comprehensive Plan of Action, l’accordo sul nucleare iraniano del 2015, a cui hanno fatto seguito e missioni del governo Renzi (2016) e Gentiloni (2017) che hanno finalizzato accordi commerciali complessivi per 27 mld di euro. Secondo fonti vicine al dossier, interpellate dall’Adnkronos, la firma dell’accordo quadro, che si terrà domani al Mef con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il collega iraniano, Mohammed Khazaei e i vertici di Invitalia e l’omologa iraniana Oietai, prevede l’apertura di linee di credito da parte di Invitalia in favore di due banche iraniane, la Bank of Industry and Mine e la Middle East Bank, per finanziare singoli progetti che rispondano ai requisiti necessari. I dettagli dell’accordo verranno sviluppati più avanti, inclusa l’ipotesi di coinvolgere istituti di credito italiani. Intese simili a quella con Roma sono state raggiunte da Teheran anche con la Corea del Sud (per 8 mld di dollari), Austria (1 mld di euro), Danimarca (500 milioni) e Cina (10 mld di dollari). L’operazione, sottolineano al Mef, è resa possibile dalla nuova norma delle Legge di Bilancio che autorizza Invitalia ad operare, anche attraverso una newco, per erogare servizi finanziari e assicurativi garantiti dallo Stato a favore degli operatori nazionali che esercitano la loro attività nei Paesi qualificati ad alto rischio, in questo caso l’Iran.