Il Presidente uscente Rouhani ha annunciato agli iraniani il nuovo presidente della Repubblica Islamica, Ebrahim Raïssi, che ha vinto al primo turno con il 62% delle preferenze, in una consultazione dove ha giocato un ruolo fondamentale l’astensionismo. Ebrahim Raïssi, ultraconservatore, ha ricevuto i messaggi di congratulazioni da tutti gli avversari, compreso il candidato moderato ed ex governatore della Banca Centrale, Abdolnasser Hemmati: “‘spero che il suo governo, sotto la leadership della Guida Suprema ayatollah Ali Khamenei porterà conforto e prosperità alla nazione’, ha scritto Hemmati in una lettera rilanciata dai media ufficiali”.
Ebrahim Raïssi, noto come potente capo dell’autorità giudiziaria di Teheran, in un recente discorso ha detto : “Mi pongo come oppositore della corruzione, dell’incompetenza e dello stile di vita lussuoso di alcuni leader”. Raïssi ha avuto il sostegno del Consiglio dell’Unità dei Conservatori, che riunisce la maggior parte dei gruppi ultraconservatori e alcuni dei conservatori tradizionali.
Di contro, si registra che l’elettorato del presidente uscente Rouhani, costituito dalla borghesia liberale e dalle minoranze etniche e religiose è rimasta delusa dai risultati del governo, sia economicamente che socialmente, e per questi motivi ha deciso di protestare con l’astensione.
Chi è Ebrahim Raïssi
Dalla rivoluzione del 1919, Ebrahim Raïssi, originario di Mashhad, una città nell’est del paese, ha trascorso la stragrande maggioranza della sua carriera nel sistema giudiziario, scalando rapidamente i ranghi. Ha iniziato come relatore del tribunale della piccola città di Karaj, a trenta chilometri da Teheran, è diventato procuratore di Teheran, prima di assumere l’incarico di primo vice del capo della giustizia, poi quello di procuratore del potentissimo tribunale speciale per il clero. Ebrahim Raïssi è intervenuto nei principali casi di gravi violazioni dei diritti umani in Iran. Dopo la fine della guerra Iran-Iraq, ha fatto parte di un comitato che ha condannato a morte diverse migliaia di prigionieri politici dopo processi sommari. Nel 2009, dopo la feroce repressione dei manifestanti contro la controversa rielezione dell’ex presidente ultraconservatore Mahmoud Ahmadinejad, Raïssi, all’epoca primo vice capo della giustizia, è stato incaricato di gestire le denunce di maltrattamenti nelle carceri.
Raïssi, l’uomo con il turbante nero, segno della sua appartenenza alla stirpe del Profeta, gode del sostegno della Guida Suprema. È stato nominato, nel 2016, a capo del mausoleo dell’Imam Reza, l’ottavo imam sciita di Mashhad, e della ricchissima fondazione Astan Quds Razavi. Durante questi tre anni, l’aiuto della fondazione ai più poveri è stato ampiamente coperto dai media e dai social network vicini a Raïssi.
Ebrahim Raïssi ha anche posto al centro della sua attività giudiziaria la missione di combattere la corruzione, in particolare organizzando processi a funzionari di alto rango del sistema giudiziario, accusati di aver intascato tangenti. Raïssi potrebbe anche ambire alla successione della Guida Suprema ali Khamenei che oggi ha 82 anni.
“Ebrahim Raïssi è un membro del clero e un discendente del Profeta”, ha detto lo studioso religioso iraniano e analista politico Mohammad Javad Akbareyn, che vive in Francia. Per quattordici anni, Raïssi è stato anche il discepolo di ali Khamenei, così come quest’ultimo era uno studente di Ruhollah Khomeyni, il fondatore della Repubblica Islamica.