La Corea del Sud ha aperto una linea di credito di 8 miliardi di euro per i progetti in Iran, il maggiore contratto del genere degli ultimi anni. Una mossa auspicati dal governo iraniano che ha un bisogno vitale di investimenti stranieri. Secondo i media iraniani la linea di credito è stata inaugurata dalla coreana Eximbank e gli 8 miliardi di euro (9,4 miliardi di dollari), finanzieranno i progetti delle compagnie sudcoreane nel paese mediorientale. L’investimento verrà attuato attraverso accordi tra la Eximbank e 12 banche iraniane, ha riferito il governatore della banca centrale iraniana, Valiollah Seif. Prima della Corea del Sud, era stata la Cina, nell’ormai lontano 2015, a concedere una linea di credito di 10 miliardi di dollari all’Iran. “Rotto l’incantesimo contro l’arrivo dei capitali in Iran”, ha titolato il quotidiano riformista di Teheran, Sharq. L’agenzia ufficiale IRNA, scrive che dopo questo accordo “si rompe una grossa barriera e le banche che avevano paura di cooperare con l’Iran, ora sanno di poter finanziare indenni i progetti in Iran. Si prevede che dopo le banche coreane, anche quelle giapponesi ed europee, inizino a cooperazione con Teheran”. Il governatore della banca centrale Valiollah Seif ha detto in un’intervista al quotidiano Jahan-e-San’at che l’accordo dimostra il “ritorno della fiducia internazionale nel sistema bancario iraniano. I toni eccessivamente trionfali dei media vicini al governo, a seguito dell’accordo con la Corea del Sud, rivelano però anche il fatto che il presidente Hassan Rohani si trovi sotto pressione; architetto dell’accordo nucleare per ripristinare i buoni rapporti con l’Occidente, all’interno è sempre più criticato dall’opposizione conservatrice, che si interroga sui risultati tangibili che tale accordo ha comportato. D’altro canto, Rohani è alle prese con una pressione forte da parte degli Usa che vorrebbero affossare a tutti i costi l’accordo nucleare. Un qualcosa che Rohani non si può permettere, dato che ha proprio puntato sulla pace col resto del mondo per attirare gli investimenti stranieri e ridurre l’inflazione e la disoccupazione e ridare forza all’economia. In base al programma di sviluppo quinquennale dell’Iran, nello spazio tra il 2016 ed il 2021, la nazione deve essere in grado di ottenere 65 miliardi di dollari di investimenti dall’estero, ha spiegato all’agenzia IRNA, il vice-direttore dell’Organizzazione per gli investimenti economici e l’assistenza tecnica dell’Iran, Akbar Qahremani. Secondo il membro della camera di commercio, dell’industria, delle miniere e dell’agricoltura di Teheran, Abbas Argoon, non basta però ottenere gli investimenti e la vera sfida consiste nel come adoperarli.