L’Iran ha lanciato un satellite in orbita, l’annuncio è stato dato da un ministro iraniano, nell’ambito di un nuovo programma a scopi civili. Il lancio però è fallito, come quelli già tentati gli anni scorsi. Gli Stati Uniti ritengono che dietro il lancio del satellite ci sia una correlazione con lo sviluppo di nuovi missili balistici. La televisione di Stato ha affermato che il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione è l’unico responsabile del programma missilistico. Il Corpo, infatti, a poche ore dal lancio del satellite ha svelato l’esistenza di un nuovo missile balistico a corto raggio.
Gli annunci arrivano in un momento di forte tensione con gli Stati Uniti, dopo l’uccisione del generale “simbolo” iraniano Qassem Soleimani in un attacco di droni a Baghdad il 3 gennaio scorso che ha spinto l’Iran ad effettuare un attacco missilistico contro una base militare americana in Iraq.
Il ministro iraniano della tecnologia, dell’informazione e delle comunicazioni Mohammad Javad Azari-Jahromi è stato citato dalla televisione di Stato, in relazione al satellite Zafar (Victory) che sarebbe stato lanciato dal centro spaziale iraniano di Semnan.
Teheran ha lanciato il primo satellite di fabbricazione iraniana nel 2009, un altro nel 2011 e un terzo nel 2012. Lo scorso anno almeno due lanci di satelliti sono falliti.
Gli Stati Uniti sostengono che la tecnologia balistica a lungo raggio utilizzata per mettere in orbita i satelliti possa essere utilizzata anche per il lancio di testate nucleari. Teheran, in risposta, afferma di non aver mai perseguito l’obiettivo di sviluppare armi nucleari e nega che il suo programma aerospaziale sia una copertura per lo sviluppo di missili. Il Governo iraniano ha affermato che il programma missilistico di Teheran è esclusivamente a scopo difensivo e con caratteristiche civili.
Il nuovo missile a corto raggio
In un altro rapporto la televisione di Stato ha affermato che il Corpo delle guardie della rivoluzione è responsabile del programma missilistico del Paese e che ci sarebbe nel loro arsenale un nuovo missile a corto raggio prodotto interamente in Iran.
Il nuovo missile il Raad-500, tuono in farsi, è la metà del peso di un missile simile, il Fateh-110, ma la sua gittata è di circa 200 km (120 miglia) in più ed è alimentato da una nuova generazione di motori, identici a quelli progettati per lanciare in orbita i satelliti.
Washington ha reintrodotto le sanzioni contro l’Iran dopo che il presidente Donald Trump nel 2018 ha ritirato gli Stati Uniti dall’accordo nucleare del 2015, firmato da Teheran con altre sei potenze mondiali.
In base a tale accordo, Teheran avrebbe dovuto rallentare il suo programma nucleare in cambio della revoca delle sanzioni economiche.
Gli Stati Uniti hanno giustificato la loro uscita dall’accordo sul nucleare affermando che l’accordo non è permanente, non riguarda il programma missilistico iraniano e non riguarda ciò che Washington considera una netta intromissione dell’Iran in altre aree del mondo.