“Questa gente vuole le spingerci verso una guerra, ed è così disgustoso. Non ci servono altre guerre”. Queste le considerazioni private di Trump, scambiate venerdì con un confidente e pubblicate ieri dal «Wall Street Journal.
Sempre Ieri il presidente americano ha confermato che annuncerà nuove sanzioni contro la Repubblica Islamica, mentre il Pentagono ha lanciato attacchi cyber contro la Guardia rivoluzionaria, prendendo in particolare di mira i computer che controllano i suoi sistemi missilistici.
Teheran, ogi, non ha confermato i danni ai propri apparati derivanti da presunti “attacchi informatici” lanciati da Washington. “I media si interrogano sulla veridicità dei presunti attacchi informatici contro l’Iran”. “Devo dire che abbiamo a che fare con il cyber-terrorismo e l’unilateralismo degli Stati Uniti da molto tempo”, ha scritto su Twitter il ministro delle telecomunicazioni della Repubblica islamica, Mohammad Javad Azari-Jahromi. “Nessuno dei loro attacchi ha avuto successo nonostante i grandi sforzi profusi in questa direzione“, ha spiegato l’esponente del governo iraniano, aggiungendo che nell’ultimo anno sono stati neutralizzati “33 milioni” di attacchi grazie a un nuovo sistema di cyber-difesa.
Il “Washington Post” ha riportato nel fine settimana che il personale del Cyber Command statunitense ha lanciato un attacco informatico giovedì sera scorso paralizzando il comando militare dell’Iran e in particolare il sistema di lancio e controllo dei missili. L’attacco sarebbe stato pianificato in risposta al danneggiamento di due petroliere iraniane nel Golfo dell’Oman, la cui responsabilità secondo gli Stati Uniti ricadrebbe sull’Iran. Le autorità di Washington si sono rifiutate di commentare le informazioni diffuse dalla “Washington Post”. Secondo Thomas Bossert, ex consigliere per la sicurezza cibernetica della Casa Bianca nell’amministrazione del presidente Donald Trump, l’operazione “serve a difendere la Marina Militare degli Stati Uniti e le operazioni commerciali nello Stretto di Hormuz”. Secondo l’articolo, negli ultimi due anni le forze cibernetiche iraniane hanno cercato più volte di hackerare i sistemi delle navi militari statunitensi nel Golfo Persico. “Non c’è dubbio che c’è stato un aumento dell’attività cibernetica iraniana”, ha affermato Christopher Krebs, direttore della Cybersecurity and Infrastructure Security Agency del Dipartimento per la sicurezza nazionale.