Iran: “useremo armi mai impiegate prima”. Il missile ipersonico russo Khinzal ?

di Redazione

Tehran amplifica le sue minacce in attesa della controffensiva dello Stato israeliano, a meno che gli Stati Uniti e la comunità internazionale non riescano a far desistere Netanyahu. “I sionisti farebbero bene ad agire razionalmente, perché se dovessero intraprendere un’azione militare contro Teheran siamo pronti a impiegare armamenti mai utilizzati prima“, ha dichiarato Abolfazl Amouei, portavoce della Commissione per la sicurezza nazionale del Parlamento iraniano. “L’attacco dell’Iran volto a punire l’aggressore Israele ha avuto successo e ora annunciamo con decisione che qualsiasi mossa di ritorsione contro l’Iran riceverà una risposta orribile, diffusa e dolorosa”, ha ribadito il presidente iraniano Ebrahim Raisi. Nel frattempo, il primo ministro israeliano, la cui posizione sulla risposta a Teheran è drammaticamente nota, ha contrattaccato dicendo: “c’è l’Iran dietro Hamas, dietro Hezbollah, dietro gli altri, ma siamo determinati a vincere a Gaza e a difenderci in tutte le altre arene“.

Ieri il presidente iraniano ha parlato con l’Emiro del Qatar al telefono. Il capo dell’IDF, in tarda serata, ha affermato: “Israele risponderà”. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Austin ha comunicato ai media che il suo omologo israeliano Gallant, è interesseto alla stabilità regionale.

Negli sforzi della comunità internazionale per rassicurare Israele, va notato l’annuncio degli Stati Uniti di nuove sanzioni contro il regime degli ayatollah, qualcosa per cui lo Stato ebraico ha ripetutamente, seppur invano, fatto pressioni negli anni passati. L’obiettivo è mettere in tavola ogni possibile iniziativa per evitare che la ritorsione israeliana porti a una escalation del conflitto. “Mi aspetto che nei prossimi giorni prenderemo ulteriori misure in termini di sanzioni contro l’Iran“, ha annunciato il Segretario al Tesoro Janet Yellen durante una conferenza stampa ai margini degli incontri del Fondo Monetario Internazionale. Tuttavia, Israele, per ora, mantiene la propria posizione: “ci sarà una risposta, e sarà calibrata nel luogo e nel momento opportuni, poiché l’Iran non può passarla liscia. Non possiamo restare fermi di fronte a questo tipo di aggressione, Teheran non ne uscirà indenne“, ha confermato il portavoce militare Daniel Hagari.

Intanto il gabinetto di guerra israeliano si è riunito nuovamente per valutare la situazione. Benny Gantz, membro del gabinetto, pur convinto della necessità di rispondere all’Iran, ha ribadito che la reazione non deve ignorare “il preventivo coordinamento con gli Stati Uniti”, che hanno svolto un ruolo significativo nell’ombrello protettivo contro l’attacco di sabato scorso neutralizzando il 99% dei droni e dei missili lanciati dall’Iran. La struttura di governo della guerra di Israele – composta da cinque ministri, tra cui Benyamin Netanyahu – sta quindi valutando varie opzioni: risposta diretta su suolo iraniano, attacchi ai alleati sciiti nella regione, con Hezbollah in prima linea, o azioni mirate contro i leader dei pasdaran in patria e all’estero. C’è anche la necessità di non mettere in pericolo i Paesi arabi della regione. Rassicurazioni sono state date a Egitto, Giordania e agli Stati del Golfo. Non a caso il ministro degli Esteri di Amman Ayman Safadi ha ammonito che la Giordania non accetterà che si renda il Paese un ulteriore terreno di guerra.

Mentre gli Stati Uniti esercitano pressioni su Israele, Vladimir Putin pressa entrambe le parti. “La speranza è che Iran e Israele esercitino moderazione per evitare ulteriori escalation“, ha detto il presidente russo in una telefonata con il leader Raisi. Erdogan, d’altra parte, coglie l’opportunità per accusare ancora una volta Netanyahu quale principale responsabile dell’attacco dell’Iran contro Israele e dell’incendio che divampa in Medio Oriente.

Le armi iraniane mai usate prima

Il viceministro degli Esteri Ali Bagheri Kani ha avvertito che la risposta iraniana ad un eventuale attacco israeliano non sarà calcolabile in ore o giorni, sarà data in pochi secondi. Secondo Amirali Hajizadeh, capo della forza aerospaziale dei pasdaran l’arma segreta avrebbe una gittata di 1400 chilometri, in grado di penetrare agevolmente la difesa missilistica israeliana. Il generale Leonardo Tricarico su Il Messaggero spiega che l’arma ipotizzabile potrebbe essere tra quelle a tecnologia ipersonica. Per lanciarla, sostiene il generale, dovrebbero però appoggiarsi agli Hezbollah per guadagnare tempo e gittata utile. Il riferimento potrebbe essere il missile ipersonico russo Khinzal, già utilizzato con successo dai russi nella guerra contro l’Ucraina.

Scambio di tecnologia con la Russia. Mosca ha ricevuto i droni classe Shahed con cui colpisce sistematicamente il territorio ucraino. Teheran potrebbe aver negoziato come contropartita la consegna di aerei Su-35 e missili Khinzal. Mentre sono già attivi gli S-300 per la difesa antiaerea, l’obiettivo è quello di ottenere anche i più performanti S-400, rendendo così meno penetrabile il suo territorio ad un eventuale attacco israeliano.

L’atomica iraniana. Secondo un rapporto dell’Aiea di febbraio scorso il programma nucleare iraniano ha oggi a disposizione 121,5 chilogrammi di uranio 235, arricchito al 60%. Non è da escludere che con le competenze e tecnologie russe lo stesso possa essere stato portato al 90% (percentuale utile per l’utilizzzo militare).

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