Unicef ha raccolto sull’Iraq dati davvero allarmanti: la povertà e il conflitto hanno interrotto il percorso scolastico di tre milioni di bambini. “A molti bambini è stata sottratta l’infanzia, costretti a combattere, dichiara il direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa Geert Cappelaere.
Almeno un bambino su quattro colpito dal conflitto e dalla povertà, oltre 4 milioni i bambini vittime di violenze estreme, oltre un milione quelli costretti a lasciare le proprie case, 270 bambini uccisi solo lo scorso anno.
Alcuni porteranno per tutta la vita cicatrici sia fisiche sia psicologiche perché esposti a livelli di violenza senza precedenti. Oltre un milione di bambini sono stati costretti a lasciare le proprie case. Anche se in diverse aree i combattimenti sono terminati, continuano a verificarsi episodi di violenza. Solo questa settimana, si sono verificati tre bombardamenti a Baghdad. La violenza non sta solo uccidendo e causando mutilazioni ai bambini, ma sta anche distruggendo scuole, ospedali, case e strade. Sta lacerando il tessuto sociale e la cultura della tolleranza che tiene unite le comunità.
In questo Paese l’Unicef sta svolgendo una delle sue più grandi operazioni per rispondere ai bisogni delle ragazze e dei ragazzi più vulnerabili del paese, con assistenza umanitaria e per lo sviluppo. Nella parte settentrionale della città di Mosul, luogo di orribili distruzioni, ho incontrato bambini colpiti duramente da tre anni di violenza. In una delle scuole che l’Unicef ha recentemente riaperto nella parte occidentale di Mosul, ho incontrato in una classe Noor, una ragazza di 12 anni. Mi ha raccontato di come la sua famiglia abbia vissuto in città anche quando i combattimenti sono stati più intensi. Ha descritto la paura che ha provato quando ha dovuto rifugiarsi. Ha perso tre anni di scuola e ora si sta impegnando per recuperarli, imparando l’inglese con altri ragazzi e ragazze.
L’umanità ha dimostrato ancora una volta a Mosul e in altre parti dell’Iraq di poter causare grande distruzione ma un’altra forza, più grande, può lasciare un’impronta ancor più profonda: la determinazione di ricostruire e andare avanti. I bambini erano così emozionati nel parlare delle loro aspirazioni, condividere la loro felicità di poter giocare e studiare ancora. La povertà e il conflitto hanno interrotto il percorso scolastico di tre milioni di bambini in Iraq. Alcuni non sono mai entrati in una scuola. Oltre un quarto di tutti i bambini in Iraq vive in povertà, in particolare quelli nelle aree meridionali e rurali, tra le più colpite negli ultimi anni. Adesso che l’Iraq si prepara alle elezioni e al vertice internazionale per l’Iraq, è il momento migliore per dare priorità all’interesse dei bambini, fermare le violenze e interrompere il ciclo di povertà e depravazione”. “A nome di Noor e di milioni di bambini e di persone che se ne prendono cura, l’Unicef chiede alle autorità in Iraq e alla comunità internazionale di: porre fine a tutte le forme di violenza nel paese, così che i bambini e le loro famiglie possano vivere in sicurezza, con dignità ed essere protetti; continuare a garantire assistenza umanitaria come acqua sicura, istruzione, protezione, supporto psicosociale, nutrizione e servizi sanitari ai bambini più colpiti, compresi quelli nei campi e negli insediamenti informali; predisporre investimenti di massa, immediati e di lungo periodo sull’istruzione. I bambini dell’Iraq, come tutti i bambini nel mondo, hanno il diritto di imparare e aspirare a un domani migliore. I bambini di oggi saranno gli insegnati, i dottori, gli ingegneri, gli scienziati di domani. Investire su di loro adesso significa investire nel futuro del Paese.
“Il vertice internazionale per l’Iraq, ospitato dallo Stato del Kuwait dal 12 al 14 febbraio, continua il direttore regionale, rappresenta un’altra grande opportunità per il governo dell’Iraq e la comunità internazionale per rafforzare ulteriormente gli impegni per i bambini dell’Iraq. L’impegno più forte non è un altro piano, ma l’impegno ad aumentare i fondi stanziati per sostenere i bambini, con un impatto positivo sulla loro vita. Gli Stati membri e il settore privato dovrebbero trasformare gli impegni finanziari in impegni concreti per i bambini. Ciò è fondamentale per ricostruire un Iraq pacifico e prospero, lontano dai cicli viziosi della violenza e della povertà intergenerazionale. L’Unicef e i suoi partner continueranno a collaborare con le ragazze e i ragazzi iracheni per garantire il rispetto e la realizzazione dei loro diritti sanciti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia dell’adolescenza e dal diritto umanitario. L’Unicef in Iraq: ha supportato le autorità locali per riabilitare 576 scuole e ha garantito materiali scolastici per 1,7 milioni di bambini; da gennaio 2017, insieme con i suoi partner, l’Unicef ha raggiunto 2,4 milioni di persone vulnerabili sfollate dalle proprie case, compreso oltre 1 milione di bambini, con pacchetti di assistenza salva vita che contengono acqua, cibo e articoli igienici. L’Unicef chiede 186 milioni di dollari per rispondere ai bisogni dei bambini in Iraq per il 2018.