Lo riporta Nova. Il governo iracheno ha votato ieri nella sua riunione settimanale un provvedimento per fissare al 15 maggio 2018 la data delle elezioni parlamentari. Lo ha riferito in un comunicato stampa l’Ufficio del primo ministro Haider al Abadi. Nella nota si legge che il governo si impegna a mantenere “un ambiente sicuro per le elezioni e il ritorno degli sfollati nelle loro regioni”, precisando che la consultazione avverrà tramite voto elettronico. L’esecutivo ha inoltre deciso che gli esponenti delle Unità della mobilitazione popolare (milizie a maggioranza sciita) non potranno costituirsi come forza politica. “Il testo di legge sulla Mobilitazione popolare non consente la partecipazione alle elezioni come partito politico. Le Unità della mobilitazione popolare non possono interferire con la politica e devono operare sotto il comando delle Forze armate”, riferisce il comunicato stampa.
Abadi è stato nominato premier nel 2014, sostituendo nell’incarico il predecessore Nouri al Maliki, quest’ultimo considerato molto vicino all’Iran e accusato della disfatta dell’esercito iracheno contro lo Stato islamico avvenuta nel giugno dello stesso anno con la conquista di Mosul e di parte del nord dell’Iraq. In questi anni Abadi ha dato il via ad una revisione delle forze armate irachene, grazie al sostegno internazionale, e costituito le Pmu. Nel luglio scorso il premier ha annunciato la conquista di Mosul, principale roccaforte dello Stato islamico in Iraq. L’ufficio del primo ministro è riservato alla comunità sciita araba in Iraq sotto un sistema di condivisione di potere istituito dopo l’invasione guidata dagli Stati Uniti nel 2003 che ha rovesciato l’allora presidente sunnita Saddam Hussein. Il ruolo di presidente è riservato a un membro curdo del parlamento, mentre il presidente della Camera dei rappresentanti è scelto tra i deputati arabi sunniti.