Duri combattimenti sono in corso nell’Iraq settentrionale a poche ore dal lancio dell’offensiva militare terrestre per liberare il distretto di Tal Afar, a ovest di Mosul, dal giogo dello Stato islamico. Attraverso l’agenzia di stampa “Amaq”, il sedicente “califfato” afferma di aver distrutto un Humvee e un Cougar Mrap delle Unità della mobilitazione popolare (Pmu, coalizione di milizie a maggioranza sciita, Al Hashd Al Sha’abi in arabo) attraverso una serie di ordigni esplosivi improvvisati nei pressi del villaggio di Tuwaym-Majarin, a est di Tal Afar. In un altro dispaccio, “Amaq” rivendica la distruzione di un Humvee e di un altro mezzo tecnico in un campo minato vicino a Jabarah, sud-ovest di Tal Afar. Da parte loro le Pmu riferiscono di aver liberato il villaggio di Tal Sabban, a ovest di Tal Afar. Il portavoce delle milizie sciite ha affermato che ben 12 contingenti delle Pmu stanno partecipando attivamente ai combattimenti. Le Unità della mobilitazione hanno annunciato il dispiegamento di circa 20000 combattenti a Tal Afar per partecipare alla liberazione del distretto. Lo ha affermato Ahmed al Asadi, portavoce delle Pmu, aggiungendo che la battaglia durerà diverse settimane. Non è ancora chiaro quale sarà il ruolo delle milizie nelle operazioni militari. Turchi e curdi hanno più volte manifestato la loro contrarietà all’ingresso delle Pmu all’interno di Tal Afar, temendo violenze sui civili. E’ probabile che i miliziani sciiti si limitino a circondare il perimetro della zona dei combattimenti, con il compito di intercettare eventuali jihadisti in fuga, come avvenuto a Mosul. Le forze irachene hanno lanciato ufficialmente ieri sera l’offensiva terrestre per liberare il distretto di Tal Afar, a ovest di Mosul, dallo Stato islamico. Lo ha annunciato il primo ministro iracheno Haider al Abadi alla televisione pubblica. “Arrendetevi o morite”, ha dichiarato il titolare dell’esecutivo e comandante in capo delle Forze armate. Da settimane l’Esercito iracheno, la polizia federale e le milizie a maggioranza sciita “Al Hashd Al Sha’abi” ammassano truppe nei pressi di Tal Afar, ultimo bastione dello Stato islamico nell’Iraq settentrionale dopo la caduta di Mosul lo scorso 10 luglio. Le operazioni aeree su Tal Afar contro obiettivi dell’Isis sono iniziate lo scorso 15 agosto. Prima dell’annuncio di Abadi, l’aviazione ha gettato dei volantini per avvertire la popolazione civile dell’offensiva imminente. Secondo il generale Yahia Rasool, a Tal Afar sono presenti tra i 1400 e i 1600 combattenti, inclusi molti “foreign fighters”. “Non penso che sara’ piu’ dura della battaglia di Mosul, prendendo in considerazione l’esperienza che abbiamo accumulato”, ha detto il generale in un colloquio con i giornalisti. A Tal Afar, città a maggioranza turcomanna in mano allo Stato islamico dal 2014, si sarebbero rifugiati i militanti islamisti fuggiti da Mosul. La città riveste un forte valore strategico, in quanto situata sulla direttrice occidentale di Mosul, vicino al confine con la Siria. La sua riconquista permetterebbe quindi di tagliare la principale via di rifornimento e comunicazione tra Mosul e i territori controllati dal gruppo jihadista in Siria. In questi mesi sono circolate diverse voci sulla presenza del sedicente “califfo” dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi, proprio nella zona di Tal Afar, dove lo Stato islamico sfrutta gli stretti legami con parte della popolazione locale. Infatti molti degli alti comandanti militari dell’autoproclamato califfo provengono proprio da Tal Afar che durante il periodo di presenza in Iraq delle forze statunitensi era divenuta la roccaforte del fondatore di al Qaeda nella Penisola arabica e ispiratore dello stesso Stato islamico Abu Musab al Zarqawi. A causa dei frequenti scontri tra sunniti e sciiti avvenuti in questi anni, più volte i rappresentanti istituzionali iracheni hanno assicurato che le Unità di mobilitazione popolare (Pmu, coalizione di milizie a maggioranza sciita) non entreranno a Tal Afar, ma rimarranno nelle aree periferiche fornendo solo un ruolo di appoggio ai militari dell’esercito iracheno. L’avanzata delle milizie sciite preoccupa però i turcomanni sunniti che vivono a Tal Afar, soprattutto ora che i paramilitari si troverebbero proprio alle porte della città e da oltre un mese bombardano le postazioni dell’Isis presenti nell’abitato. Secondo fonti locali, inoltre, delle milizie sciite impegnate nell’operazione a Tal Afar farebbero parte almeno 3000 turcomanni sciiti costretti a fuggire dalla città nel 2014 dopo l’occupazione dello Stato islamico. Per la liberazione completa dell’Iraq dallo Stato islamico mancano ancora la città di Tal Afar, nella provincia di Ninive a ovest di Mosul, il distretto di Hawija, nella provincia di Kirkuk, e la città di Qaim, nella provincia di Anbar, al confine con la Siria e la liberazione di Tal Afar e Hawija avverrà entro fine settembre, entro fine anno tutta la Libia sarà libera, secondo le stime delle autorità libiche.