In Iraq, dopo le contestate elezioni del 12 maggio scorso la lista del leader sciita Moqtada Sadr, che ha maggioranza risicata, ha annunciato di avere fatto un’alleanza con il gruppo sciita Al Fatah, considerato vicino all’Iran. La lista Sayeroun di Sadr, di cui fa parte anche il Partito comunista e quella di Al Fatah possono contare su 101 seggi parlamentari, ancora poco rispetto alla maggioranza richiesta di 165, ma il nuovo blocco dovrebbe poter giocare un ruolo decisivo nella scelta del nuovo premier. Della lista Al Fatah fanno parte molti dei gruppi della cosiddetta Mobilitazione popolare (Hashid Shaabi) a maggioranza sciita e sostenuti da Teheran, che hanno affiancato le truppe governative nella guerra all’Isis. L’alleanza mira ad impedire la nomina, per un secondo mandato, del primo ministro uscente Haidar Al Abadi, la cui lista Nasr (Vittoria) si è piazzata al terzo posto nel conteggio dei voti. Alla notizia della nuova alleanza tra i due gruppi sciiti, vi è stato un altro annuncio di portata storica da parte del leader sciita Moqtada Sadr: gli ebrei di origini irachene, deportati la metà del secolo scorso, “possono tornare” nel loro Paese d’origine. Se questi sono leali all’Iraq, sono benvenuti”, come ha riportato il sito news locale al Jarida. La domanda citava esplicitamente anche le proprietà dei deportati. |