Il primo ministro iracheno Haider al-Abadi, eletto premier nel settembre 2014 e precedentemente ministro della Comunicazione dal 2003 al 2004, nel primo governo instaurato dopo la caduta del dittatore Saddam Hussein e dopo il passaggio di consegne dall’amministrazione dell’occupazione statunitense guidata da Lewis Paul Bremer, durante una conferenza stampa tenutasi ieri a Baghdad, ha detto di non aver intenzione di candidarsi per un secondo mandato.
“Rispettiamo e obbediamo alle istruzioni dell’autorità religiosa, l’ayatollah Ali al-Sistani, non ho richiesto e non chiederò il posto di primo ministro per un secondo mandato, il nostro servizio per il popolo continuerà fino a quando non sarà formato un nuovo governo, daremo a tutti una lezione su come apportare un cambiamento di amministrazione in modo pacifico”.
Lunedì scorso infatti, l’ayatollah Ali al-Sistani, la massima autorità religiosa islamica sciita dell’Iraq, aveva annunciato che non avrebbe sostenuto né l’attuale primo ministro Haider al-Abadi né l’ex premier Nouri al-Maliki come candidati a guidare il prossimo governo.
Il parlamento iracheno dovrebbe riunirsi domani per eleggere il proprio presidente ed entro 30 giorni dalla prima convocazione, che si è tenuta la scorsa settimana, dovrà anche nominare, a maggioranza di due terzi, un nuovo capo dello stato. Secondo la Costituzione irachena, la presidenza del parlamento spetta a un esponente della comunità arabo sunnita, l’ufficio del primo ministro a un arabo sciita e la carica di capo dello stato a un esponente della comunità curda.