Un leader dello Stato islamico (Is), responsabile dei reclutamenti dell’organizzazione, è rimasto ucciso nei bombardamenti dei caccia iracheni nel centro di Tal Afar, dove è in corso l’offensiva delle forze di Baghdad per liberare la città, ultima roccaforte del gruppo jihadista nella provincia di Ninive. Secondo fonti dell’intelligence irachena, le forze aeree hanno ucciso il reclutatore dell’Is Abu Qatada al Afri insieme a quattro guardie del corpo. Vi sarebbe un numero compreso tra 1.600 e duemila combattenti dello Stato islamico (Is) a Tal Afar, citta’ nel nord-ovest dell’Iraq. Lo ha dichiarato il segretario generale dell’Organizzazione Badr, Hadi al Amiri, nel corso di un’intervista rilasciata al sito internet d’informazione “Al Sumaria news”. Al Amiri ha spiegato “che la metà dei combattenti dell’Is presenti a Tal Afar sono di origine straniera”. Il segretario generale dell’Organizzazione Badr ha aggiunto che “vi è un elevato coordinamento fra le Unita’ per la mobilitazione popolare (Pmu, milizie a maggioranza sciita) e le forze di sicurezza che combattono nella città”. Infine, Al Amiri la resa dell’Is non può essere identificata soltanto con gli scontri che avvengono sulla linea difensiva che circonda la città. Le forze di sicurezza irachene hanno liberato dodici villaggi nel primo giorno dell’offensiva di terra contro lo Stato islamico (Is) a Tal Afar. In particolare, lungo l’asse orientale sono state conquistate quattro importanti alture nell’area montuosa di Zamber e la strada che collega il sotto-distretto di Al Mahalibiya, uno dei più importanti itinerari strategici tra Mosul e Tal Afar. Nei combattimenti sono stati uccisi 31 membri dello Stato islamico, tra cui un attentatore suicida e nove veicoli. Altri 16 combattenti dell’Is sono stati uccisi in 15 attacchi aerei nella periferia di Tal Afar. Non è stato reso noto il bilancio di eventuali vittime dei militari iracheni. Le forze irachene hanno lanciato ufficialmente sabato sera, 19 agosto, l’offensiva terrestre per liberare il distretto di Tal Afar, a ovest di Mosul, dal giogo dello Stato islamico. Lo ha annunciato il primo ministro iracheno Haider al Abadi alla televisione pubblica. “Arrendetevi o morite”, ha dichiarato il titolare dell’esecutivo e comandante in capo delle Forze armate. Da settimane l’Esercito iracheno, la polizia federale e le milizie a maggioranza sciita “Al Hashd Al Sha’abi” ammassano truppe nei pressi di Tal Afar, ultimo bastione dello Stato islamico nell’Iraq settentrionale dopo la caduta di Mosul lo scorso 10 luglio. Le operazioni aeree su Tal Afar contro obiettivi dell’Is sono iniziate lo scorso 15 agosto. Prima dell’annuncio di Abadi, l’aviazione ha gettato dei volantini per avvertire la popolazione civile dell’offensiva imminente. Secondo il generale Yahia Rasool, a Tal Afar sono presenti tra i 1.400 e i 1.600 combattenti, inclusi molti “foreign fighter”.
A Tal Afar, città a maggioranza turcomanna in mano allo Stato islamico dal 2014, si sarebbero rifugiati i militanti islamisti fuggiti da Mosul. La città riveste un forte valore strategico, in quanto situata sulla direttrice occidentale di Mosul, vicino al confine con la Siria. La sua riconquista permetterebbe quindi di tagliare la principale via di rifornimento e comunicazione tra Mosul e i territori controllati dal gruppo jihadista in Siria. In questi mesi sono circolate diverse voci sulla presenza del sedicente “califfo” dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi, proprio nella zona di Tal Afar, dove lo Stato islamico sfrutta gli stretti legami con parte della popolazione locale. Infatti molti degli alti comandanti militari dell’autoproclamato califfo provengono proprio da Tal Afar che durante il periodo di presenza in Iraq delle forze statunitensi era divenuta la roccaforte del fondatore di al Qaeda nella Penisola arabica e ispiratore dello stesso Stato islamico Abu Musab al Zarqawi. A causa dei frequenti scontri tra sunniti e sciiti avvenuti in questi anni, piu’ volte i rappresentanti istituzionali iracheni hanno assicurato che le Unita’ di mobilitazione popolare (Pmu, coalizione di milizie a maggioranza sciita) non entreranno a Tal Afar, ma rimarranno nelle aree periferiche fornendo solo un ruolo di appoggio ai militari dell’esercito iracheno.
L’avanzata delle milizie sciite preoccupa però i turcomanni sunniti che vivono a Tal Afar, soprattutto ora che i paramilitari si troverebbero proprio alle porte della citta’ e da oltre un mese bombardano le postazioni dell’Isis presenti nell’abitato. Secondo fonti locali, inoltre, delle milizie sciite impegnate nell’operazione a Tal Afar farebbero parte almeno 3 mila turcomanni sciiti costretti a fuggire dalla città nel 2014 dopo l’occupazione dello Stato islamico. Per la liberazione completa dell’Iraq dal giogo dello Stato islamico mancano ancora la città di Tal Afar, nella provincia di Ninive a ovest di Mosul, il distretto di Hawija, nella provincia di Kirkuk, e la città di Qaim, nella provincia di Anbar, al confine con la Siria e la liberazione di Tal Afar e Hawija avverrà entro fine settembre.