Iron Dome e la pioggia di missili e droni di Hezbollah

Il micidiale sistema missilistico israeliano potrebbe non essere in grado di contrastare un attacco su larga scala di Hezbollah

di Emanuela Ricci

Le tensioni crescenti tra Israele e Hezbollah stanno sollevando preoccupazioni riguardo alla capacità del sistema di difesa anti-missile Iron Dome di Israele. Secondo fonti ufficiali statunitensi, in caso di un conflitto intensificato, le batterie dell’Iron Dome rischiano di essere sopraffatte dai massicci attacchi missilistici di Hezbollah. Il problema dell’Iron Dome è il processo di caricamente dei missili che non sarebbe sufficientemente veloce secondo il ritmo della battaglia.

Dal 2006, Hezbollah, il gruppo armato non statale meglio equipaggiato al mondo, ha ampliato notevolmente il proprio arsenale e le proprie capacità. Tra questi, spiccano i droni suicidi che Israele fatica a contrastare, una capacità di missili anti-aerei e un vasto arsenale di missili stimato tra 120.000 e 200.000 unità. Nonostante il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, affermi di poter contare su circa 100.000 uomini armati, la forza militare principale si aggira probabilmente intorno a un terzo di questo numero, con molti combattenti veterani della guerra in Siria.

Il problema principale risiede nella portata dell’arsenale missilistico di Hezbollah. Un recente studio dell’Istituto per il Controterrorismo dell’Università di Reichman in Israele ha concluso che Hezbollah potrebbe lanciare fino a 3.000 missili al giorno per un periodo di tre settimane, con l’obiettivo di far crollare le difese aeree di Israele. La sfida per Israele non è solo il numero di missili, ma anche la varietà e la sofisticazione degli armamenti di Hezbollah. Il gruppo ha acquisito centinaia di missili balistici guidati, inclusi i missili iraniani Almas, che possono essere lanciati da bunker rinforzati e da lanciatori mobili. Inoltre, l’uso crescente ed efficace dei droni, compresi quelli kamikaze, complica ulteriormente la capacità di difesa di Israele.

Diplomazia e Sforzi Internazionali

Francia e Stati Uniti stanno conducendo intensi sforzi diplomatici per prevenire un conflitto su vasta scala tra Israele e Hezbollah. Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha invocato “ragione e razionalità” per evitare conseguenze potenzialmente catastrofiche per la regione e il mondo intero. Il ministero degli Esteri del Kuwait ha avvertito i propri cittadini di evitare viaggi in Libano e di lasciare il paese.

Fonti vicine all’amministrazione Biden hanno indicato che l’America sarebbe pronta a offrire assistenza alla sicurezza in caso di conflitto più ampio. Israele, dal canto suo, sta spostando ulteriori risorse di difesa aerea verso nord in previsione di possibili attacchi. Tuttavia, vi sono preoccupazioni significative riguardo alla preparazione di Israele per un conflitto prolungato.

La Situazione a Gaza

Parallelamente, a Gaza City, decine di palestinesi sono stati uccisi in raid aerei israeliani su due aree densamente popolate. Secondo le prime notizie, i bombardamenti erano mirati all’assassinio di un alto comandante di Hamas. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito siti di infrastrutture militari di Hamas, ma le perdite civili sono state significative.

La situazione rimane estremamente tesa, con una la diplomazia che sta cercando di scongiurare l’escalation e i preparativi militari che si intensificano. La capacità di Israele di difendersi contro un attacco su vasta scala di Hezbollah potrebbe determinare il corso futuro del conflitto nella regione. La comunità internazionale guarda con apprensione, sperando che la ragione prevalga alla logica perversa della guerra.

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