L’espansione delle infrastrutture militari e la demolizione di oltre 600 edifici propendono per una sola strategia, quella di consolidare un controllo a lungo termine sulla Striscia di Gaza. Il corridoio Netzarim divide l’enclave e impedisce ai palestinesi sfollati di tornare a nord.

Negli ultimi mesi, l’esercito israeliano ha rafforzato la sua presenza nella parte centrale di Gaza, ampliando le basi militari e demolendo edifici palestinesi lungo il corridoio Netzarim, una strada strategica che taglia in due la Striscia. Le forze israeliane hanno creato una zona cuscinetto che si estende per circa 18 miglia quadrate, equipaggiata con torri di comunicazione e fortificazioni difensive.

Secondo le autorità militari israeliane, queste azioni hanno finalità operative, ma analisti e osservatori ritengono che l’espansione delle infrastrutture possa preludere a un controllo a lungo termine della regione e di converso un cambiamento significativo nella politica di Israele verso Gaza. In passato, Israele aveva evitato di mantenere una presenza stabile nella Striscia, lasciando spazio a Hamas di esercitare il controllo territoriale. Ora Tel Aviv intende garantire la sicurezza israeliana anche dopo la guerra.

Il corridoio Netzarim, che collega il confine israeliano al Mar Mediterraneo, permette all’esercito di regolamentare gli spostamenti lungo Gaza, impedendo ai residenti palestinesi sfollati di ritornare nella parte settentrionale dell’enclave. La creazione di una zona cuscinetto e la distruzione di centinaia di edifici hanno sollevato preoccupazioni umanitarie e alimentato speculazioni sul futuro assetto territoriale della Striscia.

Nonostante le dichiarazioni ufficiali dell’esercito israeliano, i piani a lungo termine per Gaza rimangono incerti. La leadership israeliana ha promesso di mantenere il controllo della sicurezza nella regione, senza però fornire dettagli sul significato pratico di questa strategia.

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