(di Franco Iacch) E’ una domanda che in molti (anche in Israele) si stanno facendo. L’IAF non chiarisce il motivo ergo possiamo solo affidarci a delle supposizioni. La più probabile è che Israele non aveva motivo di rischiare asset strategici, ben lungi dall’aver raggiunto una maturità operativa, contro obiettivi insignificanti. La potentissima IAF che ha perso il suo primo caccia dopo 36 anni di invincibilità, ha probabilmente sottovalutato la difesa siriana (SA-5/SA-17) o sopravvalutato le capacità di sopravvivenza dei suoi formidabili F-16I. Altre ipotesi riguardano la possibile mancata integrazione dei sistemi d’arma israeliani con lo JSF e l’inesperienza dei piloti F-35 nell’affrontare un contesto operativo reale. Non credo al veto di Washington per non esporre l’F-35 alla rete radar russa. Israele considera l’F-35 come il non plus ultra tra le sue piattaforme in servizio, riconoscendone anche il costo. Soltanto nel caso in cui vi fosse una necessità strategica (griglia S-400 ad esempio) l’IAF utilizzerebbe l’F-35. Tutte le altre missioni saranno condotte da F-15 e F-16 fino a quando l’Arsenale Volante non sarà operativo (con la speranza che l’S-400 non scenda di prezzo).