“Farò una visita in libia il 6 o 7 aprile, nella prima settimana del mese. È chiaro che l’Italia difende in Libia e nel Mediterraneo i propri interessi internazionali e la cooperazione. Se vi fossero interessi contrapposti l’Italia non deve avere alcun dubbio a difendere i propri interessi internazionali, né deve avere timori reverenziali verso qual che sia partner. Nel corso della mia vita mi pare di aver dimostrato estrema indipendenza nella difesa dei valori fondamentali dell’europa e della nazione. La posizione dell’Italia in Libia è quella di sostenere il governo temporaneo, garantire le elezioni entro dicembre, rispettare il cessate fuoco e ci sono elementi incoraggianti”. Così il premier Mario Draghi rivolgendosi al Senato nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.
Ieri il segretario generale Antonio Guterres e diversi membri del Consiglio – tra cui Gran Bretagna, Messico, Kenya, Niger e Francia – hanno reiterato la richiesta di un ritiro incondizionato di truppe regolari e di mercenari, compresi quelli della società privata russa Wagner. Le truppe turche, i mercenari siriani, e dall’altra parte i russi della società Wagner, e i tanti subsahariani che militano al fianco di Haftar (sempre ieri è stato ucciso uno dei suoi comandanti, Mahmoud al-Werfalli, ricercato dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja perché accusato di decine di esecuzioni sommarie), sono ancora sul campo.
Il premier Draghi sulla Turchia: “La Turchia negli ultimi mesi, e forse anni, non ha perso occasione di essere presente in tutti i punti in cui poteva iniziare guerre e di assumere il ruolo di difensore dei sunniti del mondo islamico. Questo è stato un atteggiamento che ha creato innumerevoli punti di conflitto”. La Turchia ha allentato la morsa con Grecia e Cipro e va apprezzata per l’assistenza ai profughi siriani.
Oggi il ministro deglio Esteri italiano, Luigi Di Maio è andato in Libia insieme con il collega tedesco, Heiko Maas e quello francese, Jean-Yves Le Drain. Hanno incontrato il nuovo presidente del governo di unità nazionale, Abdul Hamid Dbeibah e la ministra degli Esteri NajilaAl-Mangoush. Insieme all’inviato delle Nazioni Unite per la Libia, Jan Kubis, hanno incontrato membri della commissione elettorale e rappresentanti locali dell’Undp. Obiettivo della missione, alla luce delle prossime elezioni nazionali previste per il 24 maggio p.v., è quello di puntellare il futuro politico del Paese sotto un’unica forma di governo, cercando di favorire la cessione dei poteri al nuovo esecutivo transitorio da parte delle autorità della Libia orientale che avevano formato un Governo parallelo a Tripoli guidato da Abdullah al-Thinni. L’altro giorno il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan hanno parlato per telefono del futuro della Libia mentre Di Maio alla ministeriale della Nato trattava il dossier con il collega americano, Antony Blinken. A questa nuova iniziativa italiana non è rimasta indifferente la Francia che, secondo quanto riporta il Sole 24Ore, ha subito invitato nella capitale francese il nuovo capo del Consiglio presidenziale libico, Mohamed Yunis al Menfi che aveva già incontrato Di Maio a Tripoli domenica scorsa insieme all’ad di Eni Claudio De Scalzi.
Gli incontri di domenica
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è volato in Libia domenica scorsa, primo tra i ministri Ue ad essere ricevuto dal nuovo governo. Accompagnato dall’ad di Eni, Claudio Descalzi, ha incontrato il premier Abdul Hamid Dbeibah, il presidente del Consiglio Presidenziale, Mohamed Yunis al Menfi e la ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Najla Al-Mangoush.
Al termine dei colloqui, ha detto: “Lavoreremo per nuove opportunità per le nostre imprese”, attraverso formati “che permetteranno alle imprese e al mondo economico libico di dialogare con il nostro e creare due opportunità nuove su entrambi i fronti”. Di Maio e Descalzi hanno parlato con il nuovo premier non solo delle attività di Eni nel Paese, ma anche della collaborazione nell’ambito delle energie rinnovabili.
Sul tavolo, oltre agli sviluppi della questione libica, soprattutto la questione del rilancio economico del Paese e del ruolo che l’Italia può giocare con le sue imprese. Di Maio : “Un anno fa sarebbe stato impossibile immaginare un governo di unità nazionale in Libia con cui pianificare investimenti e il rilancio del Paese. Oggi sta accadendo e l’Italia, avendo sostenuto il percorso delle Nazioni Unite, può essere protagonista”. Italia e Libia sono “accomunate da importanti interessi geo-strategici”, “è fondamentale continuare a rilanciare la cooperazione economica tra le nostre imprese”.
Italia di nuovo primo partner
La visita arriva in un momento nodale: la Libia non è più impantanata in una guerra come un anno fa, ma anzi è “diversa”, con delle istituzioni “finalmente unite che rappresentano tutto il Paese, e in questo momento l’Italia è il primo interlocutore”. Il Paese ha finalmente il percorso di riconciliazione tra le parti con un governo di unita’ nazionale legittimato, per la prima volta da anni, da un voto parlamentare. Ci sono tutte le premesse, dunque, per un cambio di marcia e l’Italia, che ha sempre scommesso sulla politica e la diplomazia, vuole giocare la sua parte.
Descalzi ha confermato al premier “il pieno impegno della società per quanto riguarda le attività operative e i progetti nel Paese, con particolare focus sullo sviluppo del gas, strategico per Eni nella sua transizione energetica e per la Libia e che sarà vitale per sostenere la crescita prevista della domanda di elettricità nel Paese e ridurre l’utilizzo di fonti a maggiore impatto carbonico”.
Eni in Libia
Eni è il primo produttore di gas in Libia e il principale fornitore di gas al mercato locale, con una quota di circa l’80%. La società “continuerà a svolgere un ruolo di primo piano nella produzione di gas grazie ai nuovi progetti di sviluppo offshore“. Descalzi e Dbeibah hanno anche discusso delle opportunità da sviluppare nel Paese per quanto riguarda il settore delle rinnovabili, che permetterebbero di rispondere all’aumento di richiesta di energia elettrica senza aumentare il consumo locale di idrocarburi e le emissioni di CO2.
Dbeibah ha espresso il suo apprezzamento “per la partnership storica e strategica con Eni, ringraziandola per il suo ruolo attivo di attore primario nel settore energetico e, nel nuovo contesto di maggiore stabilità, ha incoraggiato a promuovere nuovi investimenti e a continuare l’impegno in ambito sociale attraverso il supporto costante alla popolazione nei settori sanitario ed educativo, e piu’ di recente nel settore della generazione elettrica e nella lotta alla pandemia dal Covid-19″.
Eni, presente in Libia dal 1959, ha continuato ad operare ed investire in Libia, nonostante le difficoltà degli ultimi anni, anche grazie al supporto della società di Stato Noc, partner storico nel Paese. La società è pronta “a continuare a sviluppare le ingenti riserve del Paese già scoperte e valorizzare anche l’importante potenziale esplorativo ancora presente”.
Le elezioni di dicembre
Il governo di unità nazionale appena insediato deve portare il Paese alle elezioni parlamentari e presidenziali previste per il 24 dicembre, completare l’attuazione del cessate il fuoco, smobilitare le milizie e fare spazio alla missione di monitoraggio Onu della tregua, che peraltro è già sul campo. Il ritiro delle milizie straniere è un punto fondamentale del processo di pace ma tutti sono consapevoli che bisogna dare tempo al nuovo governo di fare il suo lavoro. Una Libia stabile giova a tutti, ma in primis all’Italia perche’ migliorando la sicurezza nella regione, le condizioni di vita delle popolazioni e la loro economia, si ridurranno anche i flussi migratori.
La missione Ue a guida italiana ‘Irini’
Tra l’altro il Consiglio dell’Unione Europea deve prolungare di altri due anni, fino al 31 marzo 2023, il funzionamento di “Irini”, la missione a guida italiana cominciata alla fine di marzo 2020 per sostenere l’embargo alle armi delle Nazioni Unite.