Italia e Francia lontane? Non si direbbe se si considerano i rapporti commerciali e alcune fusioni strategiche a livello globale che sono in cantiere.
Fca e Peugeot si guardano sempre di più, Essilor e Luxottica, sono già in affari e poi c’è la questione del Tav. Poi c’è lo scontro in atto tra Tim e il primo azionista Vivendi, che possiede il 23,9 per cento, e il fondo attivista americano Elliott, sostenuto dalla Cassa depositi e prestiti appena arrivata al 9,9, per il controllo del consiglio di amministrazione. In stallo ancora la megafusione Fincantieri e Stx con l’Antitrust europeo che ha acceso un faro sul progetto di acquisizione e con il governo francese sempre indeciso se pigiare il piede sulla grandeur o arrivare a soluzioni più miti.
Come scrive “Il Foglio”, Thales Alenia Space Italia nel settore dei sistemi e delle infrastrutture spaziali, rivendica, invece, un ottimo rapporto con Thales Francese. Nata dalla joint venture tra la francese Thales (67 per cento) e l’italiana Leonardo (33), conta 8mila dipendenti nel mondo con ricavi globali per 2,6 miliardi di euro nel 2017.
“Noi, come Thales Alenia Space Italia – riferisce al Foglio l’amministratore delegato Donato Amoroso – continuiamo con il solito impegno a soddisfare le richieste dei clienti e le collaborazioni internazionali sia in ambito istituzionale sia di export. Insomma, l’Industria Spaziale Italiana va avanti”.
Nel 2018 il settore delle telecomunicazioni ha inciso nel portafoglio di Thales Alenia Space per il 40 per cento del totale. Anche se la responsabilità del business delle telecomunicazioni ricade sotto la Francia, l’apporto della divisione italiana risulta fondamentale, essendo specializzata anche nei carichi utili cosiddetti flessibili di ultima generazione e in quelli digitali per applicazioni sia civili sia militari, tanto che una parte consistente dei profitti viene consolidata in Italia. Il portafogli ordini di Thales Alenia Space ha un valore, in Italia, di 700 milioni di euro l’anno, a seguito di commesse sia istituzionali sia export distribuite non solo nel campo delle telecomunicazioni ma anche nell’osservazione della terra e nell’esplorazione e scienza.
“Nel corso degli ultimi anni – dice l’Ad, Amoroso – Thales Alenia Space ha rafforzato la sua posizione che ha portato all’apertura di nuovi mercati e all’acquisizione di nuovi clienti, a cominciare dalla Russia per passare al continente americano fino al sud est asiatico, in particolare in Corea del Sud e in Cina. Nei prossimi anni i programmi sono legati all’esplorazione, come ExoMars (all’orizzonte, dopo Marte, ci sono la Luna e la realizzazione del programma Space Rider), all’osservazione della terra con lo sviluppo della nuova generazione fino alla Navigazione con il rinnovo della costellazione Galileo”. Tra i tanti dossier aperti con la Francia, quello di Thales Alenia Space Italia sembra funzionare a testimonianza di un’Italia che va oltre le polemiche politiche. Il comparto aerospaziale muove oltre 380 miliardi di dollari l’anno a livello globale e che per Morgan Stanley è un valore che triplicherà entro venti anni. Una ricerca effettuata dall’Asi con il dipartimento di Economia dell’Università di Roma Tre ha rilevato che ogni euro investito nelle attività spaziali ne produce 11 di ritorno economico sul territorio. Non sono numeri da “balle spaziali”.