(di Maurizio Giannotti) Dopo 4 governi del Presidente gli italiani il 4 marzo scorso sono tornati al voto fiduciosi di poter finalmente esprimere, con il proprio consenso, una nuova classe dirigente capace di portare il paese fuori dal pantano in cui negli ultimi anni è scivolato ma, purtroppo, ad oggi non riusciamo ad avere ancora chiare le idee sul nostro futuro.
Allo stato attuale abbiamo solo potuto costatare, non proprio con entusiasmo, che il meccanismo elettorale escogitato ed utilizzato ha permesso, con il ripescaggio maggioritario/proporzionale, di riportare in parlamento quei politici che hanno perso il confronto diretto o, per meglio dire, non hanno ottenuto sufficienti voti dagli elettori.
Dopo mesi di duro lavoro e difficili confronti nell’ottobre 2017 le Camere hanno approvato una legge elettorale su cui è evidente nutrire forti dubbi.
Se teniamo conto di tutto quello che è accaduto dal 2011 ad oggi, viene da pensare che nella tanto sbandierata nostra democrazia ci siano delle crepe e può essere legittimo il dubbio che questa legge elettorale sia stata studiata per assicurare continuità parlamentare ad una platea di personaggi politici di più o meno chiara fama consapevoli di non riuscire a vincere il confronto diretto.
Questo spiegherebbe le lungaggini per arrivare alla formazione di una valida coalizione in quanto ora c’è bisogno di tempo per conciliare le aspettative di una vasta “oligarchia” consolidata e le nuove maggioranze espresse dalle urne.
Situazioni del genere si sono verificate in qualche misura anche in passato e non solo in Italia, a guardare bene anche in Germania stanno vivendo un’esperienza pressoché analoga ma con la differenza che i tedeschi hanno un comportamento più discreto e agiscono con maggior senso civico rispetto al nostro che lo si potrebbe definire più mediterraneo … quasi levantino.
La situazione non è per niente bella e dobbiamo augurarci che i nostri eletti trovino la quadra al più presto perché il Paese deve affrontare urgentemente non poche emergenze che riguardano: il sistema finanziario-economico-produttivo, il problema sociale e relativa minaccia alla sicurezza derivante da un’immigrazione oramai fuori controllo, la Giustizia in generale ed il contrasto alla criminalità organizzata nazionale e transazionale, il chiarimento se non proprio la revisione completa dei rapporti con l’UE, il rilancio della politica estera a livello globale, la Sicurezza e la Difesa, il controllo e il ruolo primario nel Mediterraneo, la Pubblica Istruzione e la Ricerca Scientifica, la Sanità, i trasporti, l’ambiente e i cambiamenti climatici, etc… etc…
Quelli elencati sono solo una parte degli innumerevoli sistemi dinamici in cui siamo immersi e che dobbiamo tenere sotto controllo e provare a governare o, perlomeno, essere in grado di prevederne i possibili sviluppi al fine di mettere in atto tutte le difese necessarie per assicurare la salvaguardia del nostro Paese
Tutto questo non è roba da poco e gli apprendisti stregoni si devono fare da parte, ora è esiziale che tutti agiscano seriamente e indefessamente iniziando dai politici ai dirigenti-funzionari di stato, PA tutta e cittadini tutti, come mai è successo da tempo immemorabile.
Questa molto probabilmente è l’ultima occasione.