In Tunisia presenti il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il titolare della Farnesina, Enzo Moavero Milanesi. 48 le aziende, 5 le associazioni, e banche per un totale di 114 delegati.
Il risultato sono sette gli accordi firmati che vanno da interconnessione elettrica, trasferimento dei fondi libretti postali, infrastrutture scolastiche, conversione debito, formazione diplomatica, decentralizzazione comuni, più un accordo sulla pesca. Ben 19, invece, sono i punti della dichiarazione congiunta firmata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il capo del governo tunisino, Youssef Chahed.
“Electricité Mediterranéenne” (ElMed), l’interconnessione elettrica fra Italia e Tunisia. Da molto tempo si parla di un “ponte elettrico Sicilia-Tunisia” che dovrebbe essere realizzato da Terna.
Il progetto è stato selezionato a Bruxelles tra i Progetti europei di interesse comune, è nato da un accordo del 2009 tra Terna e la società omologa tunisina Steg (con la creazione di una società mista), seguito ad un accordo del 2008 fra i due ministeri competenti. Il costo stimato è di 600 milioni di euro.
Il vicepremier, Luigi Di Maio ha parlato, invece, di un cavo sulla banda larga: “Qui le nostre aziende potranno fare investimenti sulle energie rinnovabili e potranno fornire energia all’Italia”, ha precisato. Inoltre, “potremmo decidere di fare investimenti congiunti nelle rinnovabili”, ha detto ancora il vicepremier.
Spazio, inoltre, al dossier dei migranti. A tal riguardo, il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha affermato che l’Italia ha ridotto gli sbarchi dei migranti in arrivo dalla Tunisia “dell’85 per cento, passando da 1.500 circa dei primi quattro mesi del 2018 ai 230 di quest’anno”. Il titolare del Viminale ha poi aggiunto: “Siamo al lavoro per migliorare la collaborazione fra i due paesi, fornendo più mezzi di contrasto dell’immigrazione da parte italiana (oltre ai 60 fuoristrada e alle imbarcazioni già consegnate) e fornendo disponibilità di personale consolare da parte tunisina per rendere più rapide ed efficaci identificazioni e rimpatri”.
Spazio, inoltre, alla “eccellente cooperazione nel settore della difesa”. Al riguardo, si legge nella dichiarazione congiunta, “le parti hanno espresso particolare soddisfazione per la disponibilità italiana a sostenere, attraverso attività di assistenza e formazione, il progetto per la creazione di un Centro per la pianificazione e il comando delle operazioni a Jendouba, e per la definizione di un piano quinquennale di formazione professionale per le attività subacquee, a beneficio della parte tunisina”.
La dichiarazione congiunta sottolinea “la crescita dell’interscambio, grazie sia all’incremento delle esportazioni italiane in Tunisia che a quello delle esportazioni tunisine verso l’Italia”. Il miglioramento delle relazioni economiche tra i due paesi è testimoniato “dalla significativa crescita degli investimenti diretti italiani in Tunisia, con la presenza di oltre 800 aziende italiane che creano 63.000 posti di lavoro, così contribuendo attivamente alla prosperità e alla stabilità della Tunisia”.
Libia
In merito alla crisi libica, Italia e Tunisia “hanno ribadito la necessità di porre fine alle ostilità con l’adozione del cessate il fuoco e il riavvio immediato del processo politico, rifiutando ogni soluzione militare, al fine di raggiungere un regolamento politico intra-libico inclusivo, sotto l’egida delle Nazioni Unite. L’Italia e la Tunisia riaffermano la centralità delle Nazioni Unite sul dossier libico e il loro sostegno a Ghassan Salamé, rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite.