Ieri l’incontro “#Africa’s development dynamic report 2019” a Milano, presso Assolombarda. A parlarne è stato Roberto Da Rin del “Sole24Ore”. Sono stati anticipati i dati che verranno resi noti sul Report disponibile tra poche settimane. Il Report è il risultato di una partnership tra la l’Unione Africana e l’Ocse. Ma prima dei dati economici il tema centrale riguarda valorizzazione di una grande regione. Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, riferendosi ai decisori politici, ha spiegato che «pochi si rendono conto che dal 2000 a oggi il Pii dell’Africa è più che triplicato, con un tasso medio di crescita medio annuale del 4,6% rispetto al 7,2% delle locomotive asiatiche, del 2,8% dell’America Latina».
La globalizzazione a forte leadership asiatica ha creato zone d’ombra che Bonomi enuclea in tre aree: “Il miglioramento della qualità e sicurezza del lavoro, una meno iniqua distribuzione del reddito e bassa capacità di acquisto nei Paesi africani. Requisiti essenziali per la sostenibilità sociale dello sviluppo economico del Continente”.
La crescita dell’Africa è prevista, per il 2019, del 3,6%. La domanda interna cresce del 6,7% e si sta spostando verso i prodotti trasformati. Ciò si traduce in un’importante occasione per le imprese italiane, capaci di espandersi al di là del Mediterraneo. L’obiettivo è favorire e spingere la cooperazione tra imprese italiane e africane. Anche con il training e la formazione in loco.
Il report utilizza le lezioni apprese in 5 regioni africane (centrale, orientale, settentrionale, meridionale e occidentale) per indirizzare e condividere buona pratiche.
I punti centrali sono 3: fornire servizi commerciali a cluster di imprese, sviluppare sistemi di produzione regionali e migliorare la capacità delle imprese esportatrici di crescere in mercati in rapida evoluzione.
In altre parole favorire la costituzione di un tessuto economico in loco e agevolare il dialogo tra imprese italiane e africane.
All’incontro di ieri ha partecipato anche Letizia Moratti, presidente di E4lmpact Foundation, secondo cui, “dopo una stagione (gli anni 60 e 70) di industrializzazione africana trainata dalle grandi imprese a controllo statale e una successiva fase di declino, si è aperta una nuova era in cui l’intervento privato ha un ruolo centrale». Le nuove tecnologie giocano un ruolo cruciale. «Internet, le energie rinnovabili e l’elettrificazione rurale la nuova rivoluzione industriale trainata da elementi quali la robotica, l’intelligenza artificiale e l’additive manufacturing aprono per l’Africa -secondo Moratti- uno scenario inimmaginabile rispetto a venti anni fa”.