Conte in volo per Parigi,  crisi con la Francia archiviata

Dopo le accese polemiche dei giorni scorsi, c’è attesa per il vertice oggi, all’ora di pranzo, a Parigi, tra il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

“Il caso è chiuso, ora bisogna cambiare il trattato di Dublino. La soluzione della questione immigrazione non può essere  solo  un problema italiano. “Oggi se ne discuterà”, lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

La svolta dopo una telefonata tra lo stesso Conte e il presidente francese Macron ieri notte. “C’è il tempo delle emozioni e il tempo del lavoro per affrontare questioni importanti come la crisi migratoria”, ha dichiarato la ministra francese degli Affari europei, Nathalie Loiseau, aggiungendo: “Abbiamo bisogno di parlare con l’Italia, è un grande partner, un grande vicino”. E definisce la conversazione telefonica tra i due “cordiale”.

L’incontro dopo le accuse del presidente Macron all’Italia sul caso Aquarius che hanno scatenato aspre polemiche, con dure critiche all’Eliseo  arrivate dallo stesso governo a guida En Marche. A scrivere il nuovo capitolo della crisi  ci aveva pensato il ministro dell’Economia Giovanni Tria, annullando l’incontro con l’omologo francese Bruno Le Maire. Il  Ministro dell’Interno Salvini, in un passaggio del suo intervento al Senato: “la Francia si scusi o Conte non vada”. Ma a chiudere definitivamente all’ipotesi di una soluzione della crisi fra i due paesi ci aveva  pensato lo stesso Macron, che nel corso di un comizio a proposito del caso Aquarius, senza mai citare Silvani ha però detto: “non mi scuso con chi provoca”. Nemmeno la convocazione dell’ambasciatore francese alla farnesina era servita a stemperare gli animi, anzi. Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, che aveva convocato l’ambasciatore francese, si era invece ritrovato al suo posto la ‘numero 2′ dell’ambasciata, Claire Anne Raulin. Cui è seguito, al termine dell’incontro, una nota durissima della Farnesina, nella quale venivano definite “inaccettabili” le dichiarazioni usate “anche a livello governativo, a Parigi” e aveva  evocato il rischio che siano “compromesse le relazioni” tra Italia e Francia: “I toni impiegati sono ingiustificabili”, tenuto conto dello sforzo dell’Italia e del fatto che da mesi pubblicamente denuncia l’insostenibilita’ della situazione e la latitanza dei partner europei. Moavero ha chiesto a Parigi “le iniziative idonee a sanare” lo strappo. Dalla Francia invece era arrivata una nota di poche righe, senza alcun accenno di scuse. Il Quai d’Orsay si è limitato a ricordare che Parigi e’ “impegnata nel dialogo e nella cooperazione con Roma” sull’immigrazione ed e’ “perfettamente consapevole del peso della pressione migratoria sull’Italia e degli sforzi del Paese”. Troppo poco, è stato il ragionamento a Palazzo Chigi, per considerare archiviato l’incidente.

Intanto la crisi fra Italia e Francia sul capitolo migranti continua a smuovere le acque anche nel resto d’Europa, con il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, che tende la mano a Salvini prefigurando “un’asse della volontà” fra ministri dell’interno di Austria, Germania e Italia contro l’immigrazione irregolare. Kurz ha parlato dopo un incontro a Berlino con il ministro dell’Interno tedesco, Horst Lorenz Seehofer, il bavarese della Csu, falco nel governo della cancelliera Angela Merkel. Il progetto del cancelliere Kurz, un popolare che a Vienna governa con l’estrema destra, coinvolgerebbe anche altri Paesi europei, tra cui la Danimarca, e sulla carta prevede la creazione di “centri comuni” destinati ai migranti già respinti o che non possono accedere al diritto  d’asilo, centri da creare fuori dai confini dell’Unione. Secondo la stampa austriaca uno dei paesi già individuati sarebbe l’Albania. L’Austria da luglio assume la presidenza di turno dell’Ue e il cancelliere ha sottolineato che si tratta di un’iniziativa nazionale. L’idea del governo di Vienna era già stata accolta con cautela dall’Ue, che ha sempre sostenuto come preferibile un piano comune sulla politica di migrazione, piuttosto che iniziative nazionali. Ma i governi, spaventati dal successo elettorale di chi alimenta la paura per acquisire consenso, continuano a muoversi in ordine sparso. Una deriva che la cancelliera Angela Merkel, ha provato a contrastare invocando  una “soluzione europea comune”. E il ministro tedesco degli Esteri le fa eco, definendo l’Italia “un pilastro” dell’Ue.

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