Governo licenzia il Jobs Act, tante le novità a sostegno del lavoro stabile

Il governo ‘licenzia’ il Jobs act, accorciata la vita dei contratti con scadenza programmata, che passa dagli attuali 36 mesi a 12 per quelli senza causale. Trascorso l’anno, l’accordo si può rinnovare soltanto per un massimo di altri 12 mesi, ma con obbligo di indicare la causale. Nel testo preparato dal Ministro dello Sviluppo Economico Di Maio si riduce anche la possibilità di prorogare i contratti a termine, passando da 5 a 4, rendendo più costoso il ricorso a questa formula.

Novità anche per gli interinali, a cui verranno estese le stesse tutele già previste dalla legge per gli altri lavoratori. C’è poi lo stop ai licenziamenti selvaggi, con importanti disincentivi, come l’aumento del 50% (rispetto a quello previsto attualmente) dell’indennizzo per chi viene allontanato dal proprio posto senza giustificazioni, che potrà arrivare fino a 36 mensilità. Il decreto Dignità prevede, poi, un giro di vite contro la pratica delle delocalizzazioni, con multe molto salate per quelle imprese che decidono di lasciare l’Italia entro il termine dei cinque anni “dalla data di conclusione dell’iniziativa agevolata”. Viene confermato anche lo stop alle pubblicità sul gioco d’azzardo. Per un “più efficace contrasto alla ludopatia, a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto è vietata qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni ed internet”. Inoltre “dal primo gennaio 2019 il divieto si applica anche alle sponsorizzazioni di eventi, attività, manifestazioni programmi, prodotti o servizi e a tutte le altre forme di comunicazione di contenuto promozionale, comprese le citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli, attività o prodotti la cui pubblicità, ai sensi del presente articolo, è vietata”. Al committente che non rispetterà le nuove regole sarà applicata “una sanzione amministrativa pecuniaria commisurata nella misura del 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità e in ogni caso non inferiore, per ogni violazione, ad un importo minimo di 50 mila euro”.

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