Per racimolare qualche voto si fa davvero tutto e la minoranza PD sta spingendo affinché si approvi lo Ius soli prima della fine della legislatura. A tempo quasi scaduto, la minoranza del Pd torna a lanciare un appello al Capo dello Stato per un rinvio dello scioglimento delle Camere che consenta l’approvazione della legge sulla cittadinanza. Nonostante il 23 dicembre scorso, al Senato, la mancanza del numero legale in Aula sia stata causata non solo dall’assenza di M5s, FI e Lega ma anche di 29 senatori dem. Oggi, a due giorni dalla lettera aperta del Movimento ‘Italiani senza cittadinanza’ rivolta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per allungare i tempi della legislatura, Gianni Cuperlo si rivolge al Capo dello Stato per appoggiare la richiesta affinché vi sia un prolungamento della legislatura e si possa dare un’altra possibilità allo Ius soli.
“Non può e non deve finire così – sostiene Cuperlo – con una conclusione che mortifica le ragioni del diritto e della democrazia. Quegli scranni vuoti al Senato nell’ultimo giorno utile, la fuga dei senatori 5 Stelle, quel brindisi leghista, il dispiacere profondo per quelle assenze di parlamentari del Pd, sono una immagine da cancellare. Per la loro sensibilità a questa battaglia io dico che adesso è il momento giusto perchè il capo del governo e il segretario del Partito Democratico chiedano al presidente Mattarella di prolungare la legislatura di pochi giorni”. Il leader di Sinistra dem osserva che “cio’ consentirebbe di riconvocare l’Aula di Palazzo Madama alla ripresa così da poter discutere e votare una legge giusta e di civiltà.
Una legge attesa da 800.000 ragazze e ragazzi che rischiamo di mortificare e deludere ancora una volta. A quel punto tutti si assumeranno la loro responsabilità dinanzi al paese. In questi mesi molti, da ultimo con l’appello promosso dalla vicepresidente del Pd e sottoscritto da oltre 400 tra amministratori, parlamentari, esponenti delle associazioni, hanno chiesto che la legge sullo Ius soli non divenisse materia di campagna elettorale. L’ultima flebile speranza ancora siste. Non lasciamola cadere” insiste Cuperlo. Si appella al presidente della Repubblica anche il senatore Pd, Luigi Manconi, che ha fatto pure uno sciopero della fame a sostegno dello Ius soli: “Ma chi l’ha detto, che si debba votare il 4 marzo? E chi ha stabilito che le Camere si sciolgano tra 24 o, al piu’, 48 ore? Lo sostengono tutti ed è l’ipotesi più probabile, ma a tutt’oggi, alle ore 13 di mercoledi’ 27 dicembre, il solo ed esclusivo titolare del potere di sciogliere le Camere, ovvero il presidente Sergio Mattarella, non si è ancora pronunciato”. E allora “è a lui che mi rivolgo, con il massimo rispetto e con la massima considerazione per il suo altissimo ruolo” ma anche, precisa, “con la fiducia che si deve a un galantuomo del quale è nota la rettitudine intellettuale e la sensibilita’ sociale”. Manconi prosegue: “So che il Capo dello Stato ha letto il messaggio inviatogli da ‘Movimento italiani senza cittadinanza’, una splendida pagina di letteratura civile” e sottolinea che “il senso di quella lettera corrisponde esattamente al mio sentimento e al mio pensiero: il tempo c’è. Basta volerlo. Sarebbe un modo intelligente per recuperare l’onore di un Senato che ha voluto un epilogo assai poco dignitoso della vicenda dello Ius soli e culturae”. Quindi, aggiunge ancora Manconi: “Il mancato numero legale, lo scorso 23 dicembre, va interpretato o come manifestazione di infingardaggine, fuga per le vacanze, irresponsabilità politica, indifferenza morale, o come espressione di meschino calcolo politico, ostilità verso una legge sacrosanta. In ogni caso, un’autentica figuraccia per il centrosinistra e una truce vittoria per quegli imprenditori politici dell’odio che, come la Lega, hanno paura delle legittime aspettative di bambini e adolescenti. E, tuttavia, la discussione sulla legge è iniziata. Dunque, per quale ragione al mondo – insiste – non deve continuare?
Dipende in primo luogo dal Capo dello Stato e dal presidente del Consiglio che, esattamente dieci giorni fa, conveniva con me sull’importanza di approvare ‘entro questa legislatura’ una normativa così equa e saggia. Ripeto: il tempo c’è e va ricordato che, il 23 dicembre, mancato il numero legale, il Senato ha deciso di riconvocarsi per il 9 gennaio, dopo una pausa di ben 16 giorni. Basterebbe prolungare la legislatura di un paio di settimane e prevedere il voto, che so, per il 18 marzo e si avrebbe così la possibilità e l’agio di discutere una legge tanto essenziale e lungimirante” conclude il presidente della Commissione Diritti umani a Palazzo Madama. Ma le opposizioni non sono disponibili. M5s tace da giorni mentre la Lega con Roberto Calderoli invita a non tirare per la giacchetta il presidente della Repubblica: “La legislatura non puo’ durare un giorno in più dopo aver avuto tre governi abusivi e contro questo abusivismo il voto è l’unica ricetta possibile. Il Pd e la sinistra hanno avuto due anni e mezzo per approvare lo Ius soli ed è bastata l’opposizione del sottoscritto, da solo in commissione e con solo 12 senatori in Aula, per fermare questa legge. Adesso basta, la smettano di fare campagna elettorale su argomenti di questa portata. Mattarella non ascolti chi da sinistra lo tira per la giacchetta. Anche perchè – osserva ancora l’esponente della Lega – se il governo dovesse chiedere la fiducia sullo Ius soli verrebbe sfiduciato, ma se non dovesse chiederla e dovessero votare i miei 50.000 emendamenti si arriverebbe tranquillamente alla 19^ legislatura ovvero al giorno del mai…”. Per Forza Italia è Deborah Bergamini che interviene e a Mattarella chiede invece di andare al più presto alle urne. “Auguri alla nostra Costituzione che compie 70 anni. E’ curioso osservare che quella sinistra che per anni si è presentata ai cittadini come unica paladina della Carta, oggi rivolga appelli al Colle per far approvare una legge che il popolo sovrano non vuole. Il nostro auspicio è che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, faccia decidere agli elettori italiani se sono dalla parte di chi dice Sì allo ius soli o di chi, come noi di Forza Italia e di centrodestra, dice un chiaro e netto no”. Non si illude il deputato Mdp-Leu Alfredo D’Attorre che su Facebook scrive: “Per la terza volta da quando ha assunto l’incarico, il presidente del Consiglio Gentiloni si appresta a venir meno meno alla parola data su una questione di grande rilevanza”. D’Attorre sottolinea che sullo Ius soli “Gentiloni, dopo l’ennesimo rinvio nell’estate scorsa, aveva assicurato a più riprese l’impegno diretto del governo per giungere all’approvazione ‘entro l’autunno’. Se nella conferenza stampa di fine anno – osserva – Gentiloni si limiterà a ripetere la tiritera che non ci sono i numeri in Parlamento, sarà la conferma che per lui, come per il gruppo dirigente del Pd, la convenienza personale ed elettorale conta di più dei principi e del rispetto degli impegni assunti. Ammesso davvero che i numeri non ci siano, per il governo sarebbe molto più dignitoso chiudere la sua esperienza con una sconfitta su una questione di principio, piuttosto che certificare la sua ignavia con questo epilogo inglorioso