Iyad Allawi, Il vicepresidente iracheno, durante un incontro con una delegazione dei media del Kuwait, attualmente in visita a Baghdad, ha dichiarato che la battaglia contro il sedicente Stato Islamico è ancora in corso in tutto il paese e che dipenderà sempre più dall’azione dell’intelligence e da operazioni specifiche anti-terrorismo piuttosto che da operazioni militari su larga scala.
Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa ufficiale KUNA, Allawi ha spiegato che l’ideologia estremista deriva dalla violenza settaria in corso nel paese e ha indicato la lotta alla corruzione diffusa e alla cattiva amministrazione come via maestra per risolvere i conflitti etnico-sociali in corso in Iraq. Nel frattempo, Allawi ha evidenziato la capacità e la saggezza del Kuwait di affrontare “grandi dilemmi politici”, aggiungendo che “nonostante la sua dimensione geografica, ha una forte posizione morale nella regione e nel mondo”. Il 9 dicembre 2017, Abadi aveva annunciato che l’Iraq aveva sconfitto il sedicente Stato Islamico.
Tuttavia, nel paese mediorientale, sono aumentate le tensioni, con diversi attacchi ogni settimana compiuti ai danni delle forze di polizia e dei civili iracheni.
Secondo i dati della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Iraq (UNAMI) infatti, almeno 69 civili sono stati uccisi nel paese e 142 sono rimasti feriti in atti di terrorismo o a seguito di scontri armati nel solo mese di dicembre scorso.