Secondo quanto riportato dall’Agenzia Nova, il comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale libico, generale Khalifa Haftar, sarebbe arrivato ieri sera al Cairo per colloqui i funzionari della sicurezza egiziana volti a concordare dei raid aerei in Libia. Lo riferisce il quotidiano panarabo edito a Londra “al Arabi al Jadid” di proprietà qatariota.
La presunta notizia, ripresa in Libia dal sito web informativo “Libya Akbar”, è stata tuttavia smentita ad “Agenzia Nova” dall’ufficio del colonnello libico Ahmed al Mismari, portavoce di Haftar. Il generale infatti si troverebbe in Libia e non al Cairo come riferito dal quotidiano di proprietà del Qatar. “Al Arabi al Jadid”, il cui sito web è stato bandito in Egitto perché ritenuto schierato con la Fratellanza musulmana (gruppo islamista fuorilegge al Cairo), riferiva che l’uomo forte della Cirenaica, accompagnato da alcuni assistenti, avrebbe dovuto “partecipare ad una riunione per determinare gli obiettivi di futuri raid aerei egiziani in Libia, tra cui Agedabia e Derna”, nell’est del paese nordafricano.
Lo Stato islamico ha rivendicato l’attacco terroristico sferrato lo scorso 25 ottobre contro un gruppo di militari delle forze di Haftar a sud di Agedabia. Nell’attacco hanno perso la vita due militari e altri quattro sono rimasti feriti, tra cui uno in maniera grave. La rivendicazione è stata pubblicata dall’agenzia del gruppo jihadista “Amaq” in un breve comunicato. Subito dopo l’attacco, il genio militare libico ha disinnescato due ordigni piazzati nei dintorni della Porta 60, area teatro dell’attentato. Secondo i media libici l’attacco è avvenuto da miliziani armati, la cui identità non è chiara, tramite uno scontro a fuoco con armi leggere ma senza l’uso di esplosivi o autobombe, presso la porta 60 della città. Fonti locali parlano del ritrovamento dei corpi di alcuni soldati decapitati e di altri bruciati. Gli assalitori hanno attaccato all’alba cogliendo i militari di sorpresa. Si ritiene inoltre che alcuni militari siano stati fatti prigionieri dai miliziani che potrebbero essere dello Stato islamico, avvistati nei giorni scorsi intorno a Sirte.
Da oltre quattro mesi la città libica orientale di Derna sarebbe “teatro di crimini di guerra perpetrati quotidianamente dalle forze del generale Haftar”. A dirlo è stato a Roma il presidente dell’Alto Consiglio di Stato libico, Abdulrahman Sehwili, durante un colloquio con la stampa italiana in occasione della sua visita lo scorso 6 ottobre. “C’è un tema – ha detto Sehwili – che ho sollevato nei miei incontri con gli esponenti italiani: da oltre quattro mesi Haftar ha assediato Derna, tagliando forniture alimentari e mediche. Questo secondo molti è considerato un crimine di guerra”. Il presidente del Consiglio di Stato con sede a Tripoli ha detto che “nessuno nella Comunità internazionale parla di quanto sta succedendo a Derna: vi prego di aiutarci a dire che ogni giorno in Libia vengono commessi questi crimini da parte di questo signore potente e arrabbiato”, ha detto Sehwili in riferimento ad Haftar. Se la situazione rimarrà invariata e “le azioni contro i civili a Derna non cesseranno”, ha concluso il presidente del Consiglio di Stato, “e presto avremo migliaia di nuovi sfollati”.